Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

VITTORIO ~IARCOZZI S. ). così sapienti nel paralizzare le loro vittime, depongono stup idamente l'uovo anche quando la volta della celletta che dovrebbe sostener lo è stata asportata. E così dicasi di tanti altri animali. Si aggiunga che l'istinto è rimasto sostanzialmente invariato da milioni e milioni di anni. L'Hingston aveva affermato che noi n on conosciamo nulla degli istinti geologici. « 1oi ci urtiamo subito in una difficoltà - egli scrisse - (nel fare la genesi degli istinti) che r isulta dal fatto che gli istinti non hanno lasciato nessuna traccia della lo ro storia. Voglio dire con ciò che noi non abbiamo istinti fossili» <• 3>. Ma questa affermazione dell'Hingston doveva essere smentita qualche tempo dopo. Noi abbiamo trovato effettivamente - se si può dire così - degli istinti fossili. Nelle ambre del periodo oligocenico , risalente ad almeno dieci milioni di anni fa, si sono rinvenute ragnatele e ragni di quei tempi. Ebbene, quelle ragnatele, osserva il Thomas, sono perfettamente uguali a quelle dei nostri giorni e quei ragni sono del tu tto simili alle specie tutt'ora viventi <•<l_ Dunque, almeno da dieci milioni di anni, l'istinto dei ragni non è cambiato. Ma come conciliare tale esasperante fissità colla presenza dell'intelligenz; che è eminentemente duttile ? Dunque, se i ragni non mutano l'istinto in dieci milioni di anni, n onostante !"intelligenza che le loro azioni istintive rivelano, si deve conclu dere che l'intelligenza non è nei ragni. Ma se gli animali non sono intelligenti e, d'altra parte, compiono azioni che rivelano, non di rado, un'intelligenza superiore, si d ovrà concludere che tale intelligenza è al di fuori dell'animale, in Qualcuno che· ha plasmato in questo modo la psiche dell'animale. E così, p er questa via, il problema degli istinti ci porti'To un campo diverso da qu ello delle scienze sperimentali, nel campo della metafisica. li Reaumur, meravigliato dinanzi~a questi fatti, vedeva negli istinti delle api « un'intenzione divina, realizzata da questi animaletti » <•s>.Ma, per rimanere nell'ambito delle scienze sperimentali, viene spontanea la domanda: se gli animali, mediante gli istinti, compiono azioni che presuppongono l'intelligenza ed essi non sono intelligenti, come eseguiscono tali azioni ? Come automi, vale a dire come macchine convenientemente caricate ? (q) R. \V. G. H1,csrox, op. cit., p. 273. (1.1) ~t. Trnl\11\S. L'/us1i11ct.A11toma1isme, umibilité ou com1aissa11ct, in Sciemit.1, YOI. LXXIII, 1943· p. 22. (15) L. Cn'.-.:oT, op. rù., p. 161.

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