ISTINTO, FINALITÀ, l!sTELLIGENZA 255 nomico; ma si darebbero degli spazi vuoti fra i cilindri, con perdita di spazIO. Quanto al fondo della celletta, l'ape avrebbe potuto formarlo mediante un piano o una piramide a sei lati o mediante tre losanghe, variando l 'ango\o della sommità. Samucl Koenig, matematico tedesco del secolo XVIII - riferisce il Cuénot - dimostrò che la capacità di una celletta a sei lati e col fondo a tre losanghe uguali è sempre uguale alla capacità di una celletta a fondo piano, i cui lati triangolari hanno una altezza uguale alla grande base delle facce trapezoidali della celletta precedente, e questo qualunque siano gli angoli delle losanghe. Ma il calcolo dimostra che la celletta formata da un certo angolo triedro ha minore superficie, cioè esige minore quantità di materia che le altre forme di celletta. In tal caso, se si chiama I il lato dell'esagono di base, il lato della losanga ha il valore 0 3 1 ~ • Gli angoli ottusi ed acuti della losanga di questa celletta hanno rispettivamente 101)° 26' e 70• 34'. Rimane da sapere se l'ape ha calcolato bene la sua celletta. Nel 1712, l'astronomo francese j. P. Maraldi misurò, in forma approssimativa, gli angoli delle losanghe di alcune cellette di api, e trovò 109°28' e 70• 32', vale a dire due minuti di differenza con le cifre calcolate dal Koenig. Questo accordo straordinario - conclude il Cuénot - mostra che l'ape ha risolto un problema di minimum <u>. Questo istinto matematico dell'ape rivela un'intelligenza per lo meno uguale a quella dell'uomo. E lo stesso si dica di molti altri istinti, di cui abbiamo parlato precedentemente. Si pensi per esempio, all'istinto del Rynchites che, come abbiamo detto, costruisce il suo nido applicando il calcolo differenziale; all'istinto delle Ammofili che paralizzano le loro vittime, pungendole esattamente nei centri nervosi; all'istinto dei ragni, che applicano le leggi chimiche e fisiche come il più esperto ingegnere e a tanti altri istinti, che per brevità tralasciamo, i quali rivelano realmente una intelligenza superiore. Ma, con una tale intelligenza, l'animale dovrebbe essere in grado di apprendere e di invtmtare tante altre cose, appunto come fa l'uomo che è certamente intelligente. Esso dovrebbe comprendere che, in certe circostanze, le quali rendono l'azione inutile o dannosa, converrebbe ometterla o, per lo meno, cambiarla, invece, salvo qualche leggero adattamento che considereremo tra poco, esso la compie regolarmente allo stesso modo. I ragni, per esempio, dotati di istinti così mirabili, non ricostruiscono i ponti delle loro tele, quando vengono tagliati, eppure non costerebbe loro nulla il farlo; le Ammofili, (n) L. Ct·(,oT. Sourii .\lhaphysiques d'1111 Riologis~. in Cons1mù-e. 1441. pp. 159•161 -
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