Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

/ 200 MAURICE BLONDEL noi, può e deve farci riconoscere, affermare ed ammettere la presenza di un'autentica trascendenza e il suo accesso fin nella nostra umana immanenza. S. Agostino aveva magnificamente capito e messo in atto tale distinzione e realizzazione del nostro destino che, in un ordine sempl icetpente naturale, riceve e può accogliere un germe soprannaturale; germe che, fedelmente coltivato, genera in noi un ordine di grazia propriamen te soprannaturale. Ecco che cosa dobbiamo chiarire per render conto del nostro destino quale è in realtà; poichè, come l'ha saldamente fissato la Costituzione de Fide: nell'uomo non c'è un semplice fine facoltativamente naturale cui potremmo impunemente attenerci; la verità è che siamo c hiamati « indeclinabilmente » a un vero e proprio destino soprannaturale, vale a dire trascendente ogni stato di pura natura . ., ., ., Ma. di fronte a questa enigmatica asserzione, è sommamente importante indagare come e perchè l'esigenza d'una ascesa cstranaturale riuni sca insieme, in maniera velata, due condizioni a prima vista e in apparenza incompatibili. Come mai siamo incapaci di discernere in noi la prcse nz,1 e l'esigenza di questa intimità operante sotto l'incoscienza d'una decisi one che mette alle prese certe incompatibilità tra cui dobbiamo optar.: e la cui scelta implica una immensa respcnsabilità ? Questo è il punto cui deve tendere tutta la nostra attenzione, poichè si tratta per noi della ~alvezza o della perdizione e poichè sono in gioco la potenza e la bontà di- ,·ina, mentre il nostro destino eterno si dibatte nascosto da un'ombra di cui non sapremmo ancor dire se ci protegge o se cela un agguato del qu ale ben a ragione dovremmo diffidare o ciolerci <•>. ( 1 ) Il problcm:i.ddl',1cccsso :tl1~1 tr:i.sccndcnz:tnon mi scmbr:i.essere stato :ihl,ast:tnz:tcompreso nè per queko ,;;t~,o risolto con chiara ccncrz:l. Come può es'Crc quc<iitO :lCCC'iW ad un tempo tr:l~ scendente ncll 'ori~inc su:1 e sollccit:rntc nell:i no'-tr:i imm:menza ; : \'oi non po,,i:imo da noi ,;1c,.,;i s;i)irc ad un atto -.oprannaturalc: occorre dunque che qucq:i mozione ,;;uperiorc e w;1tuit:1 ('in<:inui in noi sotto form:1 di motivi e di mo,·cnti ,;imili :1i nostri pen,;;icri del llllto um:ini e che l.1 nO!>tr=i op✓.ionc accolga b J~razi:1:rnonima o rc\pill_;!:l quc,:lO <:ollccit:uncnto<'h<'con1r:1dic:1 ·ic nostre cgoiMiche preferenze e le no\\re SC!!rHc p:i,;,.ioni. L"crrorcC'hc ha aHclen:itr tuuc le di~w,,ioni ,ull'immancnz:i e b tr:isccndcnza proviene da <Juc,to fotto che cli solito ,i è: creduto che po,;,;i,uno di~crncrc nelle nostre deliberazioni e nei no.s1ri :iui \'immanente c-dil trascendente, mentre in rc:1lt.ìil tr;hCCndentc. realmente infuso cd oper:inh:. non ,;;j di\Ccrnc come tr,,,:ccndrntc. perchè non è accc,,ibile. in qu:1nto 1:alc. alla nos1ra coscicnz.1 cmpiric:-i: 111:i.con l'.1cco~licnz:i che la no,tr:a libertà può fare gencroSJmcntc :ilb trascendenza :rnonim.1. noi pos,;;i,1mo l'lllr:ire ., no!>tr:ainsaput;1nclb , it:1di grJzia. come pure po,~i:lmO. imtnamcntc. perdere b µrazi:l scnz:l conoscer e con b vi,u interiore l.t pcrdit:i dcll:1 ~razi,1. per non :1vcr ,;celio C"iò che er:i. prima clcll'opzionc. una trasccn,kn;,.1 offerta e ,.1lutift"r.1.Co,ì dun<Jlll".'-<>tlo il ,·clo cld momi e dd mm·cntL di cui gli uni portano le offerte di,inc e 1,::li~Itri le.· prctc,c e i ,izi dc,1r,i11t1mini.,iene clcci!,,Oil problcm.1 (!c-1 ,le,tino ,opr~1nn.1turalc. \ll'infoori d, quc~t.l ,pitg.;1:1innc•.ottn1..:i,1u·n1c 111:l n·alistic.i. non si pub enunci.ire l'"Jliicit,1mcntc

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