VITTORIO MARCOZZI S. ). come si vede, il ragno rende innocue dall'azione agglutinante del filo tutte e soltanto quelle parti che hanno probabilità di venire a contatto col filo insidiatore, e perchè non le altre ? Il caso non ha discernimento. Se queste operazioni fossero effetto del caso, non si comprenderebbe perchè tutte e \ sempre siano perfettamente atte allo scopo. ~ Ma c'è un ultimo ostacolo da superare. Il filo appena prodotto è fluido. Al contatto dell'aria si solidifica. Nel passaggio dallo stato fluido allo stato solido, come tutti i corpi ad eccezione dell'acqua, diminuisce di volume; quindi si contrae, si raccorcia. Ora, se il ragno disponesse i suoi fili, incominciando sempre dalla medesima parte, in forza dell'accorciamento dei fili, la ragnatela apparirebbe tutta contorta e sgangherata. Come rimediare a questo inconveniente ? Anche qui l'istinto manifesta una sapienza mirabile. Mediante l'istinto, il ragno si comporta come se conoscesse le diverse proprietà dei corpi e 11 principio di azione e di reazion<! di Leonardo da Vinci, e lo applica come il più esperto ingegnere. L'istinto infatti spinge il ragno a costruire il suo filo da un lato, quindi lo porta dal lato opposto a tessere il filo antagonista; e così per tutti i fili maestri dell'impalcatura. Ora, accade che un filo, solidificandosi, si accorcia in una direzione, m/l il filo antagonista, che è stato fabbricato in direzione opposta, si accorcia nella direzione contraria. La ragnatela ne risulta leggermente più tesa, più piccola, ma per nulla sgangherata, anzi perfettamente, matematicamente, simmetrica. Il minuscolo ingegnere ha risolto trionfalmente tutti i suoi problemi. Esso può riposare tranquillo al centro della sua tela. ' Ora, si domanda: è possibile che tutto ciò sia l'effetto esclusivo del caso ? È possibile che tutti questi difficili problemi di fisica, di chimica, di ingegneria siano risolti perfettamente, senza che esista una mente direttrice ? Il caso (la non-intelligenzaJ'Tlon calcola, non proporziona, non valuta. Negli istinti, invece, tutto viene calcolato, proporzionato, valutato. Gli. istinti dunque non si spiegano col caso. Alla medesima conclusione si giunge considerando qualsiasi altro ~sempio di istinto. Vediamolo. Le vespe Ammofili hanno l'istinto di deporre le uova in una celletta d'argilla. Esse costruiscono il loro nido e vi depongono le uova in autunno. Le larve nascono in primavera, quando la madre già da più mesi è morta. Di qui una grave difficoltà di carattere alimentare. Le larve sono carnivore. Se la madre nell'autunno precedente ponesse nel nido, insieme con le uova, della carne morta, questa, dopo qualche tempo, andrebbe in putrefazione e non sarebbe più atta a mantenere le larve, anzi, esisterebbe il pericolo che le sostanze velenose della putrefazione uccidessero le larve stesse. Il problema non si può ris_olvere per questa via. Si dovrà allora
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