RENATO LEFEVRE sto, un precedente utile ? Ad ogni modo il Metternich era convinto che, anche se i colloqui romani non avessero condotto ad un accordo definitivo, senza meno avrebbero potuto porre le basi di una conveniente soluzione della controversia ormai annosa, « una delle più gravi dell'epoca nostra, essendo che la medesima interessa ad un tempo la religione e la sana politica, l'umanità e la civilizzazione». Netto ottimismo, dunque, a Vienna, mentre Nicola I, sbarcato a Napoli, non incontra, a dir la verità, la simpatia di quella popolazione. Molte manifestazioni d'onore da parte della corte, e, indubbiamente, molta curiosità da parte della folla. Ma è una curiosità nettamente ostile - osserva il Nunzio a Napoli. Il fatto è che la stampa di tutta Europa, proprio in quel periodo, stava calcando e ricalcando le notizie sulle atrocità di cui sarebbero state oggetto le monache basiliane di Minsk. E l'opinione pubblica di ogni paese ne era rimasta profondamente scossa, anche se i più autorevoli personaggi del seguito imperiale e lo stesso Nicola persistevano a negar fondamento a quelle che essi chiamavano voci calunniose, messe in giro dal partito rivoluzionario polacco. Non era certo un buon preludio, questo, ai colloqui di Roma. E, forse, non era senza intenzione che il ministro russo a Napoli insisteva col Nunzio pontificio, quasi ad opportuno diversivo, a sottolineare la « ben poco amichevole condotta» della Corte di Toscana nei riguardi dello Stato Pontificio, in occasione dei moti rivoluzionari di Rimini e della protezione acc~rdata ai loro responsabili rifugiatisi in Toscana. L'Impera.tore - aveva avvertito - intendeva energicamente intervenire presso il Granduca perchè tale intollerabile contegno cessasse. E il Nunzio si chiedeva nei suoi dispacci alla Segreteria di Stato: « Questo zelo imperiale a riguardo delle nostre cose politiche non intenderebbe esso mai a volere in qualche modo mitigare le querele che il S. PadreJi;i tanta e troppo dolorosa ragione di dirigere a S. M. per la sua condotta verso la Cattolica Religione ? ». I~ realtà a Roma, pur accogliendo i suggerimenti di Vienna per una moderazione che facilitasse il raggiungimento di un accordo (al quale fine il Lambruschini, di cui era notoria la intransigenza in merito, avrebbe evitato di partecipare ai colloqui fra il Papa e lo Czar), si era in attesa molto cauta e piena di riserve sugli sviluppi della situazione. E certo con particolare interesse si era soppesata una confidenza del. Vescovo di Modena secondo cui, in punto di morte e proprio in quella città, un familiare della casa imperiale russa avrebbe affermato di aver udi\o di persona lo Czar lagnarsi durante un pranzo a Pietroburgo di non avere « altre perturbazioni all'interno fuorchè l'ostinazione dei preti cattolici, nè altro contrario all'estero foorchè quel birbante del papa», soggiungendo: « Ma ben presto acconcierò io per le feste gli uni e l'altro ! ».
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