Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

GREGORIO XVI E LA LIBERT.; RELIGIOSA ~ russo, in una lettera al Metternich, ha dato buone assicurazioni sulla possibilità di un'intesa « dans des explications directes avec le St. Père ». Ma tutte queste assicurazio~i convincono poco il Nunzio a Vienna, che se ne fa portavoce per debito d'ufficio, pur restando scettico sulle conclamate buone intenzioni dell'Autocrate. Per lui è una tattica per superare gli ostacoli che si frappongono al matrimonio. È vero, sì, che l'atteggiamento del Metternich ha consentito un miglioramento della situa- ,,ione e che l'Imperatore è spinto da molti del suo stesso seguito a recedere da un sistema che « gli rende nemici millioni e millioni di sudditi c;1ttolici, protestanti ed ebrei, e gli aliena gli animi di tutta l'Europa». Ma ogni promessa dovrà essere ben soppesata. « Col gabinetto russo - ammonisce il Viola Prelà - conviene apprezzare le parole, ma non attenersi che ai fatti )), Dal canto suo, il conte di Lutzow avvertiva il Metternich come la visita che l'Autocrate « vuol far subire _al papa», riesciva non poco disaggradevole a Roma, se non a]tro per questioni di cerimoniale, dato che il Governo pontificio non poteva fare allo Czar « persecutore della Chiesa » il trattamento che a lui sarebbe spettato « qualor egli si fosse mostrato e si mostrasse animato da sentimenti di giustizia verso la medesima». Sarà però lo stesso Czar - questa volta - a togliere tutti dall'imbarazzo. Arriverà a Roma in stretto incognito sotto il nome di Generale Romanoff. E la sua visita al Papa sarà, dal punto di vista protocollare, strettamente privata. È vero sì, d'altra parte, che il ministro russo a Roma non aveva nascosto il proprio rammarico di non aver potuto portare allo imperatore e al ministro Nesselrode, con i quali aveva avuto un abboccamento a Palermo, nemmeno una parola che equivalesse ad un invito da parte del Pontefice e del Lambruschini. Ma è anche vero che ciò non aveva fatto desistere l'Autocrate dalla già decisa sosta a Roma. I tempi stringevano. Metternich si fece premura di fornire al Governo di Roma un rapporto sulle leggi russe ostili alla chiesa cattolica, che potesse servire di preciso orientamento nelle trattative personali di Gregorio XVI. Contemporaneamente richiamò l'attenzione della Segreteria di Stato sul fatto che analoga persecuzione il governo russo aveva adottato contro i protestanti della Livonia e della Curlandia e che Nicola I, di fronte alle proteste sollevate in loro difesa, aveva assunto il solito atteggiamento di dichiararsi all'oscuro di tutto e di mostrarsi dubbioso della veridicità delle accuse, non potendo ammettere - diceva - che i suoi funzionari abusassero a tal punto della sua autorità contro ogni sua intenzione. Comunque, per i protestanti, lo Czar aveva ordinato una severa inchiesta per l'accertamento delle responsabilità e dato, disposizioni per un ristabilimento della normalità in quel settore. Non poteva essere, que-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==