Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

RENATO LEFEVRE stato impossibile fin quando la questione religiosa polacca non fosse stata risolta con piena soddisfazione della S. Sede. E invece anche le ultime notizie confermavano che l'Imperatore di Russia persisteva nel suo atteggiamento intollerante « con una volontà di ferro ». Del resto, lo stesso Metternich aveva chiaramente, in quei giorni stessi, esposto il punto di ~ vista austriaco al Ministro degli esteri russo, conte di Nesselrode, di passaggio non certo casuale a Vienna, e aveva, anzi, sottolineato la sconvenienza per lo Czar di abbinare a Roma le due questioni, quella religiosa e quella matrimoniale, quasi a subordinare l'una all'altra; così facendo, avrebbe mostrato di essere mosso « par un sentiment trop bourgeois » nella definizione di un affare cli tanta gravità, quale quello dei cattolici di Polonia. Inutile infine sarebbe stata la speranza cli « allucinare la Santa Sed_econ vane promesse». Cosl Metternich confortava l'atteggiamento riservatissimo di Roma, posta in quel periodo, .come è noto, sotto la diretta influenza austriaca. Era pur vero, d'altra parte, che la visita a Roma dello Czar era una ma, novra che, comunque, anche in caso di non completa vittoria dell'Imperatore, poteva riuscire favorevole ai suoi piani. Lo avvertiva lo stesso Viola Prelà: « Il persecutore della Chiesa va a Roma. Egli è sovrano e sovrano potente. Il S. Padre non può dispensarsi clall'accoglierlo con tutti i riguardi dovuti alla augusta cli lui dignità. Questo gli servirà a· meraviglia per far credere ai suoi sudditi cattolici tenersi egli in ottime relazioni col Papa e questo potrà sempre più servirgli di mezzo onde proseguire a trarre i suddetti suoi sudditi allo scisma». Intanto l'Imperatore si è imbarcato a Genova sulla fregata russa Horurschatka, ha raggiunto Palermo, vi sosta più settimane con la moglie in apparente dolce far niente, quasi che voglia riposarsi delle cure del governo. Ma intorno a lui il lavorio"à"iplomatico si accentua. L'8 novembre. il nunzio apostolico a Napoli conferma l'intenzione di Nicola I cli recarsi a Roma, e riferisce da fonte sicura che l'imperatore tratterà la questione di Polonia con un linguaggio particolarmente « dolce », ma in modo da non dare alcuna garanzia concreta di effettiva rinunzia ai suoi sistemi persecutori. Il matrimonio sembra essere ancora la sua preoccupazione maggiore, se è vero che ha pregato il Re delle Due Sicilie cli farsene mediatore. Ma Metternich da Vienna si affretta a inviare all'ambasciatore austriaco a Roma, Von Lutzow, istruzioni precise eia suggerire alla S. Sede: moderazione e tatto sono gli unici espedienti possibili per ammansire la naturale fierezza di carattere dello Czar, tanto più che il conte di Nesselrode deve averlo convinto a non abbinare apertamente la questione religiosa a quella matrimoniale, e "lo stesso Ministro degli Esteri

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