Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

GREGORIO XVI E LA LIBERTÀ RELIGIOS.\ C'è un'altra fonte, però, sempre al Vaticano, che ritengo non priva di interesse per la ricostruzione ,definitiva e approfondita di questa interessante pagina di storia inter~azionale dell'Ottocento italiano: quella. della corrispondenza della Segreteria di Stato pontificia con i nunzi apostolici presso le principali corti europee, prima fra tutte quella di Vienna, osservatorio di primissimo piano e, ad un tempo, centro animatore della politica internazionale del tempo, là dove il Principe di Metternich, il grande Cancelliere, da decenni teneva in pugno le sorti d'Europa e non mancava di seguire ben da vicino le mosse del potente alleato. li NunzioApostolico a Vienna, mons. Viola Prelà, ci ha conservato del Metternich un giudizio su Nicola I che merita di essere riportato: « Allorchè l'imperatore di Russia si è fisso una cosa in testa, non v'è chi possa distornerlo. Se un mezzo gli vien meno, si appiglia ad altro; se una via gli vien chiusa, ne sceglie un'altra. Questo fa egli appunto nell'affare del matrimonio da lui progettato e da lui ardentissimamente bramato della granduchess;; Olga coll'arciduca Stefano. Questo matrimonio costituisce nell'imperatore una specie di follia e vi vuol riuscire ad ogni costo. Andatigli a vuoto tutti i mezzi da lui finora adoprati, andrà a Roma per porsi, come si suol dire, faccia a faccia con Sua Santità e trattar personalmente quest'affare>>. Cosl si esprimeva, verso la metà del!' ottobre 1845, il Cancelliere austriaco all'annunzio che Nicola I era per arrivare in Italia. Altro che Roma poteva essere la sua vera meta. Egli mirava ad ottenere dal papa la dispensa per il famoso matrimonio. E il Metternich aggiungeva: « All'Austria parla dei vantaggi· politici di stringere i vincoli tra due potenze conservatrici e al S. Padre parlerà dei vantaggi spirituali ch'egli può recare a cinque milioni di cattolici». Ma il Nunzio Apostolico, nell'informare di tutto il Segretario di Stato a Roma, card. Lambruschini, badava ad avvertire, da quell'uomo navigato che era nell'arte difficilissima della diplomazia: « L'Imperatore di Russia prometterà al S. Padre mari e monti, ma Sua Santità saprà nell'alta sua sapienza dare il giusto peso a tali promesse». In realtà a Vienna non si era alieni dal considerare la convenienza politica di un'alleanza matrimoniale tra le due potenti case regnanti. Ma come avrebbe potuto l'Imperatore d'Austria, protettore della Chiesa Cattolica, consentire a tale vincolo con un monarca responsJbile di tanta persecuzione contro la Chiesa stessa ? Il matrimonio avrebbe potuto, inoltre, avere sfavorevoli ripercussioni anche politiche nella considerazione dei sudditi austriaci, oltre che in quella dei cattolici d'ogni paese. « Nè vi sarebbe - commentava alla buona il Nunzio - Olga alcuna al mondo che potrebbe di ciò indennizzarlo». Era certo, questa, l'opinione personale di Metternich e della corte austriaca, la quale si rendeva conto non solo che l'assenso di Roma era indispensabile, ma che qu~sto sarebbe

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