Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

GREGORIO XVI E LA LIBERTÀ RELIGIOSA 239 impotente a risolvere per le pacific1,e vie della diplomazia, e fosse a tutti manifesta la responsabilità gravissima del governo imperiale russo. Il colpo 'fu accusato in pieno da Nicola I. Si sa della sua collera al primo giungere della notizia, ma si sa anche che non tardò a correre ai ripari, evitando di controbattere pubblicamente tanto gravi accuse e prendendo egli stesso l'iniziativa di nuove trattative direttamente con la Sant.1 Sede: trattative, evidentemente, che avevano soprattutto lo scopo di get-' tare acqua sul fuoco e di neutralizzare l'azione di Roma. el corso di esse, anzi, non si esitò ad accusare la S. Sede di « _provocazioneimprudente e ingiusta» contro la pacifica e paziente arrendevolezza russa ! E in uno scambio personale di lettere con il Papa, lo Czar, sotto la vestt: di accorate lamentele per la pretesa manovra di far. apparire come persecuzione religiosa la giusta repressione di 'gravi mene rivoluzionarie, e tra insinuanti promesse di ottime intenzioni, apparve irriducibile nel proposito di non recedere dal suo orogramma di integrale russificazione, palitica e religiosa, dei polacchi. Ma ecco, nel 1843-44, un elemento nuovo sovrapporsi alla questione: il progettato matrimonio tra la granduchessa Olga, una delle figlie dello Imperatore, e l'arciduca Stefano, della Casa d'Austria. Il matrimonio, ardentemente desiderato dalla corte di Russia, si era presentato in realtà molto problematico, data la diversità di religione, che richiedeva 1a dispensa pontificia. Nicola I si era affrettato a sondare, ai primi del 1845, le int-::nzioPi <lei papa. Ma Gregorio XVI era stato irremovibile e, successivamente, in una nota personale a Vienna, aveva categoricamente posto come condizioni pregiudiziali che l'imperatore Nicola cessasseanzitutto da o~ni persecuzione, che revocasse i principali 11kase che opprimevano e distrugg:- vano la Religione cattolica, e che fosse fedele ai trattati solenni a suo tempo concius; e alle ripetute promesse fatte. In questi termini era la questione religiosa di Russia e di Poloni:i, quando, pochi mesi dopo, si diffondeva nelle cancellerie europee •ma n_otizia che veramente poteva dirsi sensazionale: l'imperatore di tutte le Russie si sarebbe recato in Italia ! È vero, sì, che il viaggio aveva ufficialmente per scopo quello di raggiungere e accompagnare la consorte, bisognosa di un lungo periodo di convalesfenza in clima adatto. Ma apparve subito evidente che altra doveva essere la vera meta dcli'Autocrate. E subito si guardò a Roma. Aveva sentito lo Czar la necessità di venire fin:ilmente ad una personale e definitiva intesa col pontefice per eliminare tanto grave causa di attrito compromettente, in definitiva, la sua stessa azione internazionale ? O,•vero il suo era un ulteriore tentativo di prc:idere a gabbo la S. Sede e assicurarsi così le mani libere nell'attua:i:ione

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