Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

ANTONINO PAGLIARO tema del Cantico, le creature, lasciando però il Creatore al centro della lode: io loderò te, o Signore, e al tempo stesso le tue creature. Immediatamente dopo si denunzia esplicitamente che l'oggetto diretto della lode sono le creature: spetialmente messer lo frate Sole, la quale iorna... ; però la lode della creature si· associa, anzi si intreccia, sempre con quella del } Signore che l'ha creata ed è in essa operante: et allumini noi per loi; et ellu è bellu e radiante, cum grande splendore; da te, Altissimo, porta significatione. Iniziata così l'enumerazione delle creature, dopo che è stato chiaramente indicato che la lode di ciascuna si associa alla lode di Dio, oggetto principale ed unico di ogni lode, il Santo procede nella sua esaltazione della natura rimanendo nello stesso atteggiamento di umiltà di fronte al Signore: a ciò lo aiuta la formula con per, che quasi fa delle creature una tappa della lode rivolta al Signore. L'uso di cum era legittimo nella proposizione del tema: discende dalla dichiarazione di umiltà iniziale che il Signore appaia ancora come l'oggetto principale e l'oggetto diretto della lode, mentre le creature hanno una posizione accessoria, introdotta dal cum comitativo. Ma una volta avviata l'enumerazione attraverso l'elogio del Sole, che balza in primo oiano come oggetto della lode, il per giova meglio a mettere in rilievo l'oggetto immediato a cui la lode si dirige, la creatura, pur rimanendo il Signore oggetto principale della lode. In altre parole, nella proposizione: "Sii lodato, Signore, insieme con le tue creature », oggetto principale e diretto della lode è il Signore, mentre le creature vi partecipano in forma accessoria, associativa. Dicendo invece: « Sii lodato, Signore, attraverso il sole, nel sole», questo diventa l'oggetto diretto della lode, pur rimanendo il Signore l'oggetto principale. Se formalmente il canto si riçonnette anche per questo elemento alla tradizione liturgica, nel suo conten'ufo è opera originale di poesia. Esso è fondato sull'intuizione mistica di un legame fra Dio e le sue creature, tanto che queste possono apparire tramite di una lode all'Altissimo. Il Santo è un mistico, e non è da meravigliarsi se la vetusta formula del Prefazio è stata da lui ripresa nel suo nudo valore formale e resa .forma di un nuovo contenuto. Il Cantico, insomma, costituisce l'umiliazione a Dio del sentimento clella natura; il che è quanto dire: della poesia. Questa nostra interpretazione del Cantico aderisce a quella della tradizione più genuina, cioè a quella di coloro che al Santo furono più vi-

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