Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

IL CANTICO DI FRATE SOLE 229 Egli è invece che il Santo, aderendo al valore formale dell'antica dossologia della Trinità, afferma,,all'inizio di volere lodare il Signore nell'atto stesso che loda le sue creature, insieme con le sue creature. Quindi, • il valore di cum è propriamente comitativo, non del soggetto, beninteso, ma dell'oggetto; in altre parole, non « io, in accordo con le tue creature, lodo te, o Signore» (cfr. sopra p. 221, n. 5), bensì: « io lodo te, Signore, insieme con le tue creature ,, ; lodando le tue creature, lodo te, Signore, che di tutte sei iI creatore. Il Cantico è anzitutto professione di umiltà dinanzi al Creatore. Essa .è affermata nel versetto iniziale e in quello conclusivo; la ripete per tutto il componimento la formula: laudato si, mi Signore, per. L'umiltà di fronte al Signore è informatrice dell'atteggiamento cristiano in ogni riconoscimento di valore o di grandezza: la lode diretta agli uomini e alle cose non può essere se non lode di Dio, che ne è la sorgente. San Bernardo, intanto che lodava una creatura umana, trovava ne- . cessario avvertire (Ep. 372, Migne, 182, c. 577): " Laudetur ergo non creatura, sed Crea tor; laudetur non ille qui accepit, sed ille a quo accepit: laudetur non ille qui plantat, non ille qui rigat, quia nihil sunt; sed qui incrementum dat Deus. Ergo non àccipientis, sed porrigentis manum laudabo: non laudationem servi sed laudationem Domini loquetur os meum » <• 9>. Francesco vuole ora sciogliere un inno alla natura, proprio a quelle forze in cui è più palese il segno della bontà e dell'onnipotenza del Creatore: il suo inno dovrà dunque essere esaltazione del Signore e, al tempo stesso, del creato. Gli soccorre la formula del Prefazio che gli consente di risolvere forn1almente l'elogio delle creature in elogio del Signore. Il delicato filo attraverso cui si svolge questo viluppo di elementi razionali nel momento creativo è, mi sembra, stilisticamente perseguibile nel Cantico. Il primo versetto è pieno dell'esaltazione del Signore nel riconoscimento che tutte le lodi a lui si confanno, anche se l'uomo nella sua umiltà, non è nemmeno degno di fare il nome divino. Da questa dichiarazione si passa alla proposizione del tema: laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature: la preposizione comitati va pone il creato nel suo complesso come un riAesso concreto della grandezza divina<••> e mette innanzi il ( 19) Ritengo superfluo port:1re :1ltri riscontri di una nozione così usuale. ( 20 ) Un riscontro J quest'uso di cum si può vedere nei casi in cui si :1str:1cda una realtà sensibile un:i pcrsonificnione, b. quale quindi si prcscnt:l congiuntamente :1 quelb: :-id es. Ser\"iO ad A~n., 8.78: t• :idesto, Tiberine, cum tuis undis "·

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