IL C.INTICO DI FRATE SOLE 227 quella francescana: laudato si, mi Sign?re, per ... è perfetta: il soggetto dell'azione del lodare qui sono i.fe<lcli e con essi il Santo, lì sono gli An- 'geli; l'oggetto della lode nell'un caso come nell'altro è Dio padre: la determinazione introdotta dal per qui è costituita dalle creature del Signore, lì dal Figlio. Il Prefazio è, com'è noto, intessuto di formule antichissime e taluna <li esse riAette assai visibiimente la struttura sintattica del modello greco<••>.Questa, per quem maiestatem tuam laudant ... , ripete un'antica dossologia, che ricorre nella scrittura paolina e già nei più antichi Padri: il per corrisponde al ò:6. con il genitivo delle formule greche, nel quale è palese un significato propriamente locale, spaziale, e non strumentale e tanto meno di agente; ciò appare chiaramente in connessione con verbi del lodare, dell'aver fr9e e simili, in cui il contenuto concettuale è più affine alla formula del Prefazio ed alla francescana. Ad es. Rom. 5. r 1: « sed et gloriamur in Deo per Dominum nostrum Iesum Christum, per quem mmc reconciliationcm accepimus »; cfr. Rom. r. 8; 5. 1; 7. 2-5; Cor. II, 3. 4, etc. Il vsilore preminentemente localistico di per nel nesso per Dominum, nei confronti del secondo per in per quem, dove ha più valore di mediazione attiva, appare chiaro nell'uso parallelo di in, ad es. Rom. 15. 17: « habco igitur gloriam in Christo Iesu ad Deum » <•s>_ Dai Padri greci ricorderò soprattutto<••> la dossologia della Trinità nella famosa preghiera di s. Policarpo nel Martyrium del 156 trasmessoci da Eusebio di Cesarea; mi è grato citarla nella traduzione latina del molto compianto Pr. Vannutelli (Antologia patristica, 2· ed., 1942, p. 44): « quapropter de omnibus te laudo, tibi benedico, 'te glorifico per sempiternum et caelestem pontificem lesum Christum, dilectum tuum filium, per quem tibi cum ipso et Spiritu sancto gloria et mmc et in futura saecula. Amen. "· lì carattere liturgico della formula dossologica è particolarmente rilevato in s. Giustino, Apol. I, 65: « Deinde ci qui fratribus praeest panis affertur, et poculum aquae et vini: quibus ille acceptis laudem et gloriam universorum Parenti per nomen Filii et Spiritus sancti emittit » (Vannutelli, o. c., p. 105). Il per dunque, che nella Vulgata rende il ~:6. del testo paolino e nella traduzione del V-!nnutelli quello delle altre dossologie, è preposizione che introduce il Figlio, come oggetto mediano della lode rivolta al Padre, giacchè nell'unità trina la lode rivolta al Figlio è lode ( 1◄) Ad c~cmpio: 1( halx:mu., !cordai :id Dominum l•= Sz.<..flS'I ;:r;,ò; tò·1 3-sé-·1. ( 15) Testo greco: Exw o~·, -::-Ì(I Xet·)z.r,01.•1 Ì'I .\'ç,~:;":{!) ·hr:c;.~, -:i ::;,?;; 't;,., ita.O'v. Poichè il compltmcmo dipende cb ixw e non d:1 ;.:u:JZ.Yj :;v1 è csc,uso che b ;ibbi:i qui il v:ilorc causale come :i1Jp:irc tah-olu con il ,-crbo 'l.u~z.i:;3-cc « ~lori::i.ri ». ( 16) Pure Didacl1é, IX: C1.Bff'7H. Cor. I. .p.3; l<,,·.,z10. Eph. 4. Cfr. E1sE.~110Hk. Compendio di /ùurgù,, trnd. it.. 2"' ccl.. 1943. p. 157 ~ s.
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