Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

IL CANTICO DI FRATE SOLE rappresentano per l'uomo e « a motivo» del quale il Signore deve essere ringraziato, ma si ha una caratt~rizzazione, per dir cosi, visiva di ciascuna creatura, un elogio che non si indugia sulle qualità utilitarie delle cose, bensl sui tratti avvertiti ctlme costitutivi dall'intuizione poetica: la bellezza e lo splendore del sole, la chiarità della luna e delle stelle, l'umiltà e castità dell'acqua, la bellezza e giocondità del fuoco, i fiori, i frutti, le erbe della terra. Se l'utilità delle cose viene nchiamata, è solo perchè essa pure costituisce un tratto caratteristico individuante: il sole e il fuoco sono pure luce per gli uomini, le variazioni atmosferiche fecondano la terra che alimenta la vita, l'acqua è utile (nel nesso multo utile et humile et... « utile » è quasi una qualifica sensoriale: pronta all'uso), la terra 11esustenta et governa. Ma non è questa dell'utilità la nota che ha maggior rilievo. Mentre della morte si ha una qualifica di ordine razionale e negativa, da la quale nullu homo vivente pò skappare, la qualifica delle creature è visiva, intuitiva, disinteressata; insomma, qui si esprime una viva forza poetica penetrata di misticismo, lì un elemento dottrinale, razionale, che si spiega in atteggiamento di poesia. La dichiarazione della causa è estranea al momento poetico che ha dato vita alle lodi delle creature; è, invece, al suo posto nelle lasse del perdono e della morte, dove si rende necessaria la motivazione teologica dell'elogio. Per queste considerazioni, l'interpretazione causale di per nelle lasse delle creature non si coordina alla verità del momento poetico che vi si esprime ed è perciò da escludere. Una conferma formale di ciò si ha nel cum che appare nella formula introduttiva delle lodi partic~ari: laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature. Qualsiasi valore si voglia attribuire a questo cum, certo è che quelìo causale non può essere preso in considerazione <">, mancando tale valore nell'ambito semantico di tale preposizione. Contro il significato di per come causale, cioè come propter, deve valere pure la circostanza che per fuori dalla formula iniziale di ogni lassa, dove ricorre, ha sempre valore strumentale: v. 8 .et allumini 11oi per loi, v. 15 per lo quale alle tue creature dai suste11tamento, v. 19 per lo quale e1111allumi11lia nocte. Valore causale ha per fuori della formula solo nella lassa del perdono: v. 24 per lo tuo ~more<">; ma abbiamo ( 11 ) ::--;onpuò p:irbrsi di \':llorc c:i.u,;:1Jc, bcn-.ì di modale. in c;i.si come: Fc' savorosc con fame le ghiande e nettare con ~te ogni ruscello. Purgatorio, 22. 1.19. (i!) In verit:ì.. in per amore di il valore causale è stato assunto da tutta la locuzione. la quale ha di1.:tro :'I sè lung-:l fortu1u (per amorem già in latino da Pui.:To in poi. do,·c per, bcninte~o. ha v:al,111.: più 1n_s1cl.dclh.'e. C:lll'-.lk. giacdiè d1.:,ìgn:i lo stato d·:inirno che accompagna un'nionc: dr. la

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