Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

224 ANTONINO PAGLl.1RO ficato causale non è ammissibile nelle altre lasse, in quelle, cioè, a cui è più propria la qualifica « delle creature». La tracjizione più vicina al Santo attribuisce la lassa del perdono e quella della morte a due aggiunte posteriori (Speculum Sabatier, X, ror, ~III, 123). Qualunque possa esserne il grado di veridicità, essa esprime la nozione o, se si vuole, l'impressione, che le due lasse abbiano un posto a sè nella compagine del componimento. La struttura delle due lasse è nettamente diversa da quella delle precedenti, ma fra l'una e l'altra vi è perfetta rispondenza. Ognuna è divisa in due parti: nella prima si richiamano rispettivamente i disagi terreni, offese, infermità, tribolazioni, e la morte alla quale nessuno può sottrarsi, nella seconda si hanno l'elogio della rassegnazione e della fede e l'esaltazione del premio che ne sarà dato nella vita futura: beati quelli che 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati - beati quelli ke trouarà nelle tue sanctissime uoluntati, ka la morte secunda nol farrà male. Solo la nota minacciosa nella lassa della mocte rompe la simmetria delle due lasse: g1,.ai a eque/li c/Je morra110ne le peccata mortali. Questa struttura non ha nulla a che vedere ·con quella delle lasse precedenti che esaltano la natura. Ivi si ha l'enunciazione della creatura, a cui segue la caratteristica elogiativa, fatta con pochi tocchi vividi di poesia. Qui, nelle lasse del perdono e della morte, si ha una vera e propria motivazione teologica della gratitudine, che si deve al Signore, anche a causa delle offese e tribolazioni, che sopportate con rassegnazione aprono la via al regno dei cieli, anche a causa deila morte, che libera, chi l'accoglie « nelle sanctissime voluntati », dalla « morte secunda ». Il Santo non esalta le offese, le tribolazioni, la morte per loro stesse, ma di esse fa atto di grazie a1 Signore;· poichè ne ha fatto strumento di riscatto e di rinascita. L'appellativo di « sora » dato pure alla morte è il suggellb affettivo di questa riconciliazione con essa attraverso un atto di fede cristiana. Contenuto e stile conferiscono ai due versetti un posto a parte nella economia del Cantico. Epperò il valore di per, che in essi è palt'semente causale, è stato motivo per cui un eguale valore si sia voluto vede're nella formula degli altri versetti; cioè, la necessità di intendere come propter il per in queste due lasse ha imposto un'analoga interpretazione in tutte le altre, turbandone il vero significato e oscurandone, mi pare, la poesia. Difatti, nelle lasse delle creature il significato causale di per offre difficoltà non minori di quelle, nelle quali ci siamo imbattuti quan<h vi abbiamo, col Benedetto, attribuito significato di agente. In esse, come si è detto, non si ha un'enunciazione del beneficio che

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