Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

IL CANTICO Dl FRATE SOLE 223 parire legittimato nello spirito dei Salmi, non s'intende come possano comprendersi nello stesso invitq, senza togliere valore a ·tale legittimità, gli uomini che soffrono, insieme con l'esortazione a soffrire in pace, poichè la sofferenza è riscatto, e la morte, perchè per l'uomo pi~ è rinascita e per il peccatore è vera morte. La serie diventa eterogenea e invano si cerca il nesso concettuale fra le due lasse e il corpo precedente. In conseguenza, se si vuol dare a per valore di preposizione di agente, bisogna rinunziare ad am'mettere l'unità stilistica e concettuale del Cantico, poichè tale significato ripugna alle lasse del perdono e della morte. Chiarite le difficoltà che si pongono contro l'interpretazione come da di per della formula: laudato si, mi Signore, per..., e mostrato come tale significato non si debba nemmeno proporre per le lasse del perdono e della morte, ci rimane da esaminare l'altra interpretazione possibile, cioè la causale <rn). È questa l'interpretazione che gode il maggior favore (si veda la documentazione di ciò in Benedetto, o. c., p. 36 e ss.); ma purtroppo essa presenta difficoltà non meno gravi, fatta eccezione per le due lasse testè menzionate. In considerazione di tali difficoltà, alcuni studiosi, come sopra si è accennato, hanno aderito a una tesi conciliativa fra quella che riconosce a per valore di preposizione di agente e quella che vi annette significato causale: per avrebbe un significato pregnante ed esprimerebbe insieme la nozione di agente e quella di causa. Ciò è senz'altro da escludere: se per indica l'agente, cioè il soggetto logico dell'azione, non può al tempo stesso indicare la determinazione causale di essa; se ha invece valore causale, la diatesi non è più veramente passiva e il soggetto dell'azione non si può più ricercare nel nome introdotto dalla preposizione. Possibile è invece che per abbia valore causale solo in alcune lasse. A noi sembra che tale valore non s1 possa negare per quelle del perdono e della morte, e ciò proprio per le stesse ragioni per le quali il signi- (10) t, st:na da <1u:1kuno~ffanz:i.t:\,~cbbc.:nein m~nicra non chiara ed csplicit,1, J'idc:1 che po~'•• tr:1tt:1rsi cli un per ~tru1rn.·n1alc. Ora un per di 1:\lc tipo può \':tlcrc :t indic:trc o b mediazione :mi,,1 (1( il <-1ualcJddio fece pa lui molti mir:1coli ». Testi fior., cit.. 107.8) o lo ~trumcnto, il mezzo m:neri:1lc ((1 uno principe che per niunJ medicin;i non :si poteva aiutare"· ib .. p. 85.33). 11 primo v:1!oresi risoh·c per b formub nella c:ttcgoria dcll':1gcn1c. poichl: m:1nca il wg,g:ct10princip.ilc della a:t.ionc cli locbrc. 11 ,t·condo non è ncm1m.·no pcns:ibile. poichè le crc:\turc non pm-.ono ,ak-n.: come strumento, mezzo materiale::alb lode (comc sono b uomb:\ e il timpano ncll'in,ito dd ,.1\mì,t,1: 11Laudatc cum in sono tubae; laudate cum in p~ahcriu c1 cithar,i. L:1ud:1tcl'llln in 1ymp,rno et choro; laudate cum in chordi, et org:11~0... )•. Salmo 1=;0).

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