Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

222 .INTONINO PAGLIARO di guelli in cui sono chiamate tutte le cose create alla celebrazione della gloria di Dio, il Cauticum tri11111 puerorum e il Salmo 148, non deve essere sopravvalutata. Troppo diversa è la mite letizia che anima il Cantico dalla gravità ieratica e dalì'esaltazione quasi guerrier;i del salmista. ~ San Francesco si accosta con umiltà e agli elementi della natura parla con tenerezza: frate Sole, sora Luna. Nel Salmo di Daniele le forze della natura e gli esseri viventi sono schierati come in un esercito; il Salmo 148 invita anche all'esaltazione del Signore i draghi e gli abissi e il vento _della tempesta che porta la parola divina. Per guanti accostamenti formali si possano trovare con la Scrittura, il Cantico rimane nello spirito prettamente francescano. Mentre nei Salmi che invitano le creature a celebrare il Signore, nessuna nota di elogio accompagna e definisce ciascuna di esse, il Cantico invece qualifica ogni richiamo con attributi di amore <BJ. Infine, l'interpretazione di per come da mal si concilia con l'affermazione di unità del componimento, sulla 9uale il Benedetto insiste. Per le lasse da tre a sette, dove è parola delle forze naturali più vive cd importanti per l'uomo, può essere invocato il modello dei Salmi (anche se ad un esame più attento risulti che su tale raffronto non possa farsi assegnamento alcuno); ma per le due lasse seguenti, quella del perdono e guclla della morte, manca ogni possibilità di raccostamento. A celebrare il Signore vengono nei Salmi chiamati tutti gli ess_erianimati ed inanimati, tutti gli uomini, di tutte le categorie, ceti ed età, non soltanto quelli che soffrono in pace offese ed infermità per amore del Signore. Il Santo, invece, menziona soltanto costoro, in aderenza al concetto cristiano formulato nella Reguln l, XXII. Analogamente, il richiamo alla morte nella lassa seguente sviluppa una nozion«.--puressa schiettamente cristiana, che h:i accoglimento anche nella Reguln, XXI: ,, beati qui moriuntur in poenitentia, quia erunt in regno caelorum ». Del tutto lontana dallo spirito dei Salmi è sia l'umanizzazione della morte (sorn Morte), sia una partecipazione di essa in qualsiasi forma all'esaltazione del Signore<•>. Se, dunque, l'invito alle creature perchè lodino il Signore, può apncli Cl terra et omnis crl·atura. qu.,c in c.1elo nt cl --upcr terr,1m et quac subtus tcrram. mare, et quac ~unt in co ... Qu.:tnto all'cnumcr;1z.ionc delle creature. )Ì \eda il lungo elenco di ceti. orclim e p<-r.,onc,che comprende tutta J'um:rni1:ì. nella Regt1/(I I, XXIII. (8) La profoncl.1differenza che p,1,,,1 fra i Salmi e il C.1111icoè ~tat.1già :n,cnita da altri. per ultimo d.1 ~I. lh,uu. I. c .. p. 53 e "· (•HGi:ì il Ot:LLAG10, ,,._, in Giom. st. /rii. ,t .. .!5 cit.. p. ~o: • ~la s"intenda in un modo o nel! 'altro. certamente mi p;m: !.tr;1no che Idcl10 ckbba csM:rc lodato d.illa sori, nostra morte cor· pornlr do/111quale 11111/11 homo l'ii•r11te po ..-l(amp,m·. .. ». f:. <.fUC~t.• pure: l'opinione del p. lh u11 i, 1 (L -,opra p. ?lO). eh.: nelle due J:i,;;;\C prcfcri"<c .mribuirc .1 per \"alorc CJusale. mentre udlc Jltrc ammette il ,i,.,:mlic:nodi .t!!<.'ntc.

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