Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

IL CANTICO. DI FR.ITE SOLE 221 Tuttavia, contro tale significato nella formula del Cantico si pongono elementi di importanza non misconoscibilc. I è ad essi può fare da contrappeso il verbo al passivo laudato si, poichè qui la diatesi passiva può giovare a rendere l'impersonalità dell'azione, quindi l'universalità della lode; e per tal via accordarsi con l'intensiti1 della preghiera espressa nel congiuntivo: il suo uso non è diverso da quello del participio perfetto passivo bmedictus e simili, così frequente nella preghiera cristiana. Anzitutto, la formula del secondo versetto che introduce la serie delle creature: laudato sie, mi Signore, c11m... esclude nettamente il valore di agente. li Benedetto, dopo qualche incertezza (nell'articolo su Pegaso propendeva più per un cum di compagnia) <5>, attribuisce al cum valore strumentale: « Poichè non posso io, indegnissimo, dire le tue lodi, mi servirà d'interprete, di mezzo per lodarti, la creazione tutta quanta » (p. 27). In tal modo l'assolutezza della diatesi passiva, che è il presupposto della interpretazione di per come preposizione di agente, non regge più, giacchè, se le creature sono il mezzo, l'azione del lodare deve necessariamente apparire assunta da altri: avremmo, dunque, in questa lassa un soggetto del lodare diverso da quello di tutte le altre lasse; il che non è probabile <6>. Ma anche la lassa finale: Laudate et benedicete, mi Signore, et rengratiate et serviate/i rnm grande /mmilitate non sembra potersi conciliare con l'ipotesi che alla lode del Signore siano invitate le creature: l'invito è palesemente rivolto ai presenti o in genere alla comunità dei fedeli: troppo affine è esso alla esortazione della Regula prima: « Timete et honorate, laudate et benedicite, gratias agite et adorate Dominum deum » (XXI). L'idea del servire « cum humilitate », soprattutto quella del ringraziare, postulano un ambito umano. ·è nei Salmi, che il Benedetto pone come modello del Cantico, vi è mai accenno ad una gratitudine delle forze naturali al loro creatore, e a un loro sentimento di umiltà di fronte a Dio. È innegabile che un qualche riAessodei Salmi nel C:intico vi sia, per il fatto che questo si inserisce nella stess:i tradizione liturgica, ad esempio, nell'enumerazione delle creature; ma in altri componimenti del Santo il modello è ben più presente<;>.Qui l'inAuenza di essi, e in particolare (5) Compagnia elci poct:1. bcnint(''-0: " ~on ,ar,ì b mia sob. piccob voce :1 lod:irti - verrebbe a <lire il poeta - ma a,rò con mc le piì.1 :i!tc. le più pure ,oci dcll.1 creazione 111. I c.. p. 1j5. Così pure D• RonMTJS, v. citazione sopr:i a p. 21ç. (O) Ciò :a,,,-ertì lo scrittore del cod. assis. 6i9 <lei >-cco}o X\' che, in1crprctando il per come preJX)Sizionc di agente e ridnttolo perciò a d11. sostituì pure rum ron do (,olo nd terzo ,·crsctto la riduzione rimase impcrfctt:1: Lwd:ato ~i rnon signore do wra luna t"t per le stdlc •). dr. Cio111. Slor. letf. it .. 29 (189i)- p. 315 e s. (;} .\d c~cmpio. nc:llc l..J.1t1dC'<:> (fJpusmh,. Qu;1racchi. 'IJ<'-4· p. 1.!2): , L1ut!cnt illum .1,:loriosum •

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