ESAME DI COSCIENZA DI UNO STORICO cattolici guanto i protestanti prov-Jrono che la sua teoria non è conciliabile col cristianesimo. Oggi nessuno si meraviglia nè reagisce, guando un diplomatico (Gafençu) intitola i· suoi ricordi d_egli agita~i mesi _che prece: dettero lo scoppio della seconda guerra mondiale: « Gli ult1m1 g1orn1 d1 Europa». Le analogie fra il tramonto delle antiche civiltà e i sintomi di decadenza della civiltà occidentale sono troppo evidenti perchè si possa facilmente non tenerne conto. È vero che Gaetano De Sanctis, in un suo articolo importantissimo, purtroppo guasi inaccessibile a un pubblico più vasto (Studiosi e artisti italiani a Sua Santità Pio XII, r943, p. 17 ss.), dopo avere accennato alle differenze fra la struttura delle civiltà antiche e cli quella moderna, si è decisamente pronunciato contro il funesto pessimismo ·della fìlosofìa della decadenza europea. Premessa ciel suo ottimismo è però il fatto che le forze della solidarietà e del diritto delle genti, le quali affondano le loro ultime radici nel cristianesimo, divengano veramente efficienti. Il cristianesimo stesso e la Chiesa cattolica sono invincibili e inesterminabili, non così le civiltà create da essi. Non abbiamo alcuna sicurezza che nell'anno 2500 entrino ancora dei -fedeli attraverso il portale d1 Nòtre Dame e che il British Museum apra ancora le sue sale ai visitatori. La decisione sul destino dell'Europa è rinchiusa nelle anime degli uomini operanti. Qui è proprio il punto dove la storia è pensiero ed azione ad un tempo. Una storia prammatica permeata di queste idee sarà diversa dalle opere storiche del secolo XIX. Essa non deve allontanarsi dallo spirito della severa obiettività e dalla inflessibile ricerca della verità. Il prammatismo die noi esigiamo è aderenza alla vita, non caccia alla attualità. Chi veramente vive il presente, non può rimanere un puro erudito, ma non è necessario che si abbassi al livello giornalistico. Cercheremo di chiarire meglio il nostro pensiero con un esempio. Nello scorso anno Federico Meinecke, per lungo tempo titolare ;:i Berlino della cattedra di storia già tenuta dal Ranke, poi, durante il Terzo Reich, allontanato da ogni attività pubblica, in un piccolo libro ricco cli contenuto si rese conto come storico della "catastrofe tedesca». Questo libretto è rimasto guasi sconosciuto all'estero causa la inconcepibile barriera spirituale che ancora divide la Germania dal resto del mondo, ma è cosl notevole da giustificare pienamente il nostro interesse: il vecchio maestro della storiografia tedesca interpreta qui il destino della sua patria. Il Mcinecke si basa sui due grandi movimenti del secolo XIX, guello nazionale e quello sociale. Ovungue, e non solo in Germania, essi tendevano ad unirsi. Le masse volevano ad ogni costo partecipare alla civiltà e alla potenza. In Germania l'epoca bismarckiana che portò la risoluzione
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