Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

212 HUBERT JEDl:-i un libro come i « Problemi storici ,, di Ettore Rota e dei suoi collaboratori. perchè essi ci hanno molto facilitato uno sguardo d'insieme sui problemi della storia italiana. Ma dovremmo sempre ricordarci che ogni opera di questo genere non è nè più nè meno che un ist"rumentodi lavoro, il quale 110nrende superfluo il grande getto di un unico formatore, ma al contrario Tò esige e lo prepara. La grande storia del Belgio del Pirenne sarà sempre il tipo di una storia nazionale, ma anche brevi storie come quella ciel Salvatorelli e dello Haller hanno pieno diritto di esistenza. Fra tutti i popoli civili in Europa, i Francesi, grazie al loro talento per la forma, non cessarono mai di curare la sintesi storica e riuscirono felicemente ad evitare il pericolo del positivismo (nel senso su accennato) e della dispersione delle forze. Le « Origines de la Réforme » di Imbart de la Tour, del tutto attinte dagli archivi, sono divenute un'opera classica della sintesi storica e le sue scarse note bibliografiche costituiscono un difetto perdonabile. « È privilegio e grave dovere della storia - scrive il Huizinga (lm Ba1111 der Geschichte, p. 73) - il farsi intendere da tutte le persone colte». Ma da dove trac oggi la maggioranza degli intellettuali e della borghesia le sue idee storiche ? Possiamo dare la risposta: dalle pseudo-storie giornalistiche e dai cosiddetti romanzi storici, cioè da una letteratura che il Huizinga ha chiamato con amara ironia « storia profumata». Noi abbiamo niente da dire contro il vero romanzo storico; sarebbe un'offesa del popolo che il Manzoni chiama il suo. Il poeta che attraverso studi coscienziosi è riuscito a dominare l'ambiente e lo spirito di una determinata epoca, ha il diritto di descrivere, su questo sfondo, il suo vero oggetto, il cuore umano e il destino degli uomini. Quanto più grande è il poeta, tanto più coscienziosoegli suole essere nei suoi studi preparatori. Sigricl Undset per una delle sue opere prese in prestito d:rlla biblioteca nazionale di Oslo una intera automobile di libri. Ma una grande parte delle biografie di personalità sflorichee dei cosiddetti romanzi storici che hanno oggi una così larga diffusione non sono nè biografie nè romanzi, ma puro giornalismo privo tanto dell'ethos scientifico quanto cli quello artistico, e non servono che alla pura sensazione. L'esempio più famoso sono i libri di Emilio Ludwig; in altri. come nel Mereschkowsky e nel Ranke-Graves bisogna constatare che i confini fra romanzo e storia si dileguano nella nebbia. La straordinaria diffusione di tali libri è un'accusa non solo contro il pubblico dei lettori, ma anche contro di noi. studiosi di storia. La pseudostoria giornalistica potè farsi largo, perchè la storia scientifica non adempiva il suo compito di essere divulgativa, popolare in senso buono. Se alla storia scientifica non riuscirà di scacciare dalle vetrine dei librai i prodotti della « storia protumata », messi insieme senza alcun senso di responsa-

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