210 HUBERT JEDIN e dall'ampiezza dei volumi di fonti da esso pubblicati. Contemporaneamente la produzione minore di articoli e di miscellanee crebbe tanto che chiunque si occupava di un lavoro sintetico anche modesto perdeva una grande parte del suo tempo nelle ricerche bibliografiche oppure annegava n~le note erudite. Ne vennero di conseguenza quei libri in cui le note avevano perduto la loro funzione originaria, cioè la indicazione delle fonti usate, ed esigevano uno spazio maggiore che il testo stesso, perchè si cercava ad ogni costo una bibliografia abbondante, se non completa. Il laureando si preoccupava di far precedere alla sua tesi una bibliografia di molte notissime opere di consultazione accanto a ricerche specializzate, numerosi titoli di libri più o meno utili, ma titoli ... Inutilmente ci si chiedeva talvolta che cosa si fosse guadagnato di veramente nuovo a tanti costi. Così la letteratura storica divenne un mare senza sponde. Chi poteva ancora osare di traversarlo ? Si rimaneva più volentieri a casa propria fra quattro mura. Anche la storia della Chiesa non rimase del tutto immune dall'invasione del positivismo e dalle conseguenze del disgregamento delle forze. li Mohler, il Dollinger, il Newman considerarono la storia· dçlla Chiesa ancora come un tutto, come vera teologia storica; pochi però si allacciarono a questa tradizione, come Alberto Ehrhard. Il suo successore sulla catte• dra di Bonn, il Dolger, certamente fu un pioniere delle ricerche sui rapporti fra il mondo antico e il cristianesimo; ma ad una sintesi, sia pure provvisoria dei suoi studi, egli non potè decidersi; la tentò un suo discepolo, Carlo Priimm. La falsa strada del modernismo sembrò giustificare dal punto di vista ecclesiastico questa limitazione alle ricerche specializzate ed alla cronistoria. Perfino il migliore compendio di storia ecclesiastica che possedevamo in Germania nel ca~? cattolico, quello del Bihlmeyer, eccellente per la sua esatta formulazione e la sua ricca bibliografia, era molto più, impersonale e più riservato nei giudizi che l'opera di Carlo Miillcr, anch'egli professore a Ttibingen, capolavoro della storia ecclesiastica protestante. È vero che questo contegno riservato può passare in un compendio per studenti universitari, il quale viene completato dalle lezioni orali del professore, ma esso facilmente fa sì che il libro non venga letto, ma soltanto consultato. Anche il materiale della storia ecclesiastica si è così accresciuto che un singolo studioso difficilmente è in grado di seguire i progressi delle ricerche in tutte le epoche e in tutti i campi. Il manuale protestante del Kri.iger e dello Hermelink in quattro volumi fu elaborato da quattro studiosi, e questo esempio fu imitato dalla nuova edizione del manuale cattolico, purtroppo ancora incompleta, del Hergenrother e, su una base più ampia, da Flichc:-.\i!artin. Ogni studioso di storia ecclesiastica che cerca, con l'aiuto della grandiosa bibliografia della Rev11e d' histoire
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==