ESA~IE DI COSCIENZA DI UKO STORICO l'altra parte è ovvio che essi sia= giunti talvolta ad ipotesi semplificanti che non potevano accordarsi coi fatti, come ad esempio gli economisti Biicher e Sombart. Pàre sarebbt un impoverire la storia se essi non prendessero più parte alla discussione storica. Lo stesso dicasi per la storia della Chiesa. Il professore di dommatica, basandosi sulle definizioni dei papi e dei concili e sulle fonti della rivelazione, espone la dottrina sull'essenza della Chiesa, ma non appena esso vuole superare le pure formule, è costretto a porsi in contatto con la realtà storica e studiare l'attività della Chiesa come mediatrice della grazia e della verità nel corso della storia. Lo storico della Chiesa invece comincia col studiare questa, ma non deve mai astrarsi dal domma; anch'egli attraverso le forme varianti, attraverso i fenomeni sviluppatisi nel tempo e nello spazio, tende ad arrivare fino all'essenza soprannaturale della Chiesa. Così ]a storia della Chiesa diventa anch'essa « aedificatio corporis Christi "· La storia deve sì rimanere sempre in stretto contatto con le sue fonti, ma le deve penetrare e deve considerare il singolo fatto come parte di un tutto. E questo, spesso, veniva male realizzato. V'erano storici eminenti che consideravano ogni sintesi con perfetto scetticismo. In un interessantissimo articolo intitolato « Das Leben und die Geschichte" (Die Gegenwart, fase. 6-7 del marzo 1946, p. 25 ss.), Bernhard Guttmann ricorda che Scheffer-Boichorst, uno dei migliori collaboratori dei Monumeuta Germa11iaehistorica, nella sua età matura non scrisse più alcuna monografia sintetica, perchè la fedeltà alle fonti rigorosissima che egli richiedeva per una esposizione storica aveva reso impossibile ogni sintesi. Paolo Kehr conside-rava impresa puramente letteraria un libro elaborato con una esattezza così rigorosa quale la storia dell'idea delle crociate di Carlo Erdmann. Enrico Finke non seppe decidersi a pubblicare i] corso di lezioni da lui stesso tenuto sulla «Weltanschauung» del medioevo, corso nato dall'opposizione al libro dello Eicken. Perfino Francesco Ehrle considerava le valutazioni storiche come una 11rnx~C1.o:ç2:ç èDJ.~ yi·,o;. I lettori conosceranno certamente per l'Italia analoghi fenomeni. Dietro questo contegno scettico c'era nei maggiori un alto ideale scientifico, una ricerca incessante della verità, una inflessibile autocritica, una viva coscienza delle difficoltà ciella euristica storica; nei minori questa limitazione di se stessi divenne una rinuncia a vedere le cose da un punto di vista universale e più alto, divenne cioè il puro e semplice positivismo dell'accumulare materiale. Scienze sussidiarie come la paleografia e la cliplomatica furono elevate a fine a se stesse. C'erano professori pei quali tutta quanta la storia consisteva nel provare esattamente l'autenticità o meno di un diploma in base alle sue caratteristiche di forma e cli contenuto. Vi erano altri che misuravano b produzione di uno studioso dal numero
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==