NOTE DI CRONACA vanno dai tre ai quattro milioni. Cosicchè, tenuto anche conto dello sbilancio tra incremento demografico ed incremento edilizio, circa il 10 per cento della popolazione (oltre quattro milioni e mezzo cli persone) ha dovuto sovraffollare i vani preesistenti. La missione edilizia dell'U.N.R.R.A. in Italia ha recentemente reso noto che, secondo i suoi calcoli, l'esecuzione cli un programma minimo di riparazioni e costruzioni che faccia fronte ai bisogni più urgenti, esigerebbe una spesa di circa 640 miliardi di lire. Occorre però tener conto che tal cifra è calcolata sul presupposto che -- anche a prescindere dalle distruzioni - le costruzioni edilizie negli ultimi 15 anni, dato l'incremento della popolazione, avrebbero dovuto essere il doppio di que)le effettive. ,,. Vari provvedimenti proposti dal Comitato interministeriale per la ricostruzione o dal Ministero dei lavori pubblici, prevederebbero un finanziamento dell'edilizia popolare per più di 100 miliardi di lire, oltre ad una più efficiente organizzazione e ad una più larga contribuzione dello Stato per la ricostruzione edilizia. Con questi mezzi si conterebbe di superare abbondantemente in un triennio la disponibilità cli un milione cli nuovi vani e di rendere abitabile una gran parte di quelli danneggiati. Circa le nuove costruzioni è auspicabile che prevalga il concetto della casa singola, possibilmente periferica, anzichè quello della gran<le abitazione popolare o, ancor peggio - agli effetti della restaurazione delb famiglia - quello dell'abitazione collettiva con i servizi centralizzitti. Dove invece sarebbe provvidenziale introdurr<; coraggiose riforme è nel sistema di ammortamento, che occorrerebbe congegnare in modo da consentire al maggior numero possibile di inquilini (futuri, ma anche attuali) di diventare proprietari delle case che occupano. . .. Il Beveridge, nel presentare il suo piano per la sicurezza sociale, osservò che !e . riforme di cosl vasta portata .riescono meglio in periodi « rivoluzionari ». L'affermazione può essere accettata nel senso che in certi momenti si è più propensi ad esaminare i problemi con spregiudicatezza. ed a risolverli sollecitamente. Ma è pur vero che ogni problema sociale è collegato ad'i!n problema economico, per cui la spregiudicatezza e la sollecitudine non possono andare disgiunte dalla oculatezza e dal senso di responsabilità in chi deYe provvedere . • FERDINANDO LOFfREl>O G\FT\'\'.O D1•. S.,xcT1s. direi/ore responsabi/r -------------- S t :i b ì li mc ntu Aristide St:idcrini • Rom:1 • \"i:1 Crc~ccnzio.
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