Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

194 NOTE DI CRONACA settori, innanzi tutto quello dell'agricoltura, nei quali la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, con l'attenuarsi dei. vantaggi di congiuntura che consentono una occupazione comparativamente elevata. Le cifre relative alla contrazione de, redditi sono anch'esse eccezionalmente preoc~upanti. Si tratta del risultato di calcoli indiziari condotti da privati smdiosi o da e~i pubblici. Sulla_ base di tale calcold si potrebbe ritenere che, rispetto al potere di acquisto del 1938, il reddito medio individuale si sia ridotto di oltre il 45 %-Inoltre, per effetto della diversa protezione sindacale e sociale, si rilevano forti sperequazioni fra le varie categorie. Si ritiene da alcuni (cfr., ad esempio: Lu,<E, Incidenza della diminuzione del reddito nazionale, in « Idea"• ottobre 1946} che le categorie operaie siano riuscite a contenere entro i limiti del 35 °- 0 la riduzione del proprio potere di acquisto, mentre altri) gruppi di redditieri fissi (impiegati, pensionati, intellettuali in genere, ccc.) sarebbero stati costretti a subire una riduzione di circa il 70 ~~- Ma il computo di tale riduzione può a taluni sembrare inferiore al vero. A queste cifre fa riscontro lo spettacolo quotidiano dell'indigenza, che trova conferma in altre cifre ancor più convincenti, quelle che esprimono il fatale ripercuotersi della miseria sulla sanità del popolo; quelle ad es. relative alla mortalità nel primo anno di \'ita, quintuplicata, all'incirca, nei grandi centri, o alla percentuale, più che quadruplicata, dei nati di peso inferiore alla media. I sintomi, sin qui accennati, della gravità del « bisogno sociale» fanno comprendere chiaramente che il costo del piano di sicurezza integrale sarebbe assai eleYato. E tanto più difficil~ riuscirebbe sopportarne l'onere ad una economia che non solo si ,·a lentamente riprendendo dopo un dissesto quasi ·senza precedenti, ma che anche prima della guxra non offriva se non margini modesti per la tutela sociale. L'agricoltura, ad esem io, che nel complesso è il settore economico in più rapida ripresa, ha appena sup ato il 70 ° ~ della produzione pre-bellica. L'urgenza di realizzare, per lo meno entro i limiti del possibile, il piano di sicurezza, e l'incapacità della nostra economia a soppoctarne, attualmente e forse per molti anni ancora, l'elevatissimo costo, dovrebbero indurre non solo, come è ovvio, ad un criterio generico di applicazione graduale, ma anche ad una valutazione della diversa entità che il bisogno presenta per ogni cittadino in relazione ai suoi oneri familia~i. Cosicchè laddove non è possibile realizzare per tutti la libertà dal bisogno, si cominci con il ripartire più equamente le possibilità attuali di difesa. Del resto, la considerazione crescente che la previdenza, l'assistenza e gli stessi sistemi salariali dànno 3lla famiglia è un riconoscimento di tale necessità. f:: intuitivo che il salario familliare rappresenti lo strumento fondamentale per liberare la famiglia dal bisogno. Sussidiariamente intervengono anche altre forme d1 tutela sociale. Ma è ovvio che ove il salario non sia proporzionale e sufficiente alle esigenze della famiglia, la difesa fondamentale dal bisogno viene a mancare. D'altro canto, la realizzazione veramente efficiente del salario familiare ha luogo con estrema lentezza. li principio in sè è.: accolto o è in via di accoglimento, si può dire, dovunque, tanto esso appare equo e logico (il Canadà ha recentemente attuato un sistema generale di assegni familiari avente la peculiarità delle aliquote crescenti con l'età dei figli e decrescenti dal 4° figlio in poi). L'espediente delle casse di compensazione, rendendo identico l'onere per i datori di lavoro, qualunque sia lo stato civile dei

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