NOTE DI CRONACA 193 CRONACHE SOCIALI • I Sicurezza sociale e sicurezza familiare. Con quel senso pratico che è nella loro indole e che si manifesta anche nel loro linguaggio, gli Anglo-Sassoni hanno saputo definire suggestivamente, se non proprio esattamente, l'obiettivo ultimo della tutela sociale: freedom from want, libertà dal bisogno; liberare cioè tuÌti i cittadini dall'incubo di non riuscire a far fronte con i propri mezzi alle varie circostanze della vita. Ecco generalizzate, riassunte e fuse, nel concetto di un unico « rischio sociale», le varie forme di previdenza e di assistenza. Questo indirizzo che - nonostante la molteplicità e l'apparente difformità delle istituzioni previdenziali ed assistenziali - era insito sostanzialmente nella evoluzione spontanea della politica sociale, è stato chiarito ed accelerato, senza dubbio, dal noto piano Bcveridge (1941), inteso a realizzare, in Inghilterra, l'assicurazione ~ del maggior numero passibile di cittadini contro il bisogno. La Carta atlantica lo ha poi elevato al rango degli scopi della guerra e quindi dei cardini della pace. Il clopo-guerra vede l'inizio dell'attuazione concreta. Nel corso del 1946 l'Inghilterra, gli Stati Uniti, la Francia, il Belgio, il Canadà ed altri stati minori hanno dato corso alla realizzazione di sistemi cli tutela sociale integrale o stanno modificando in tal senso la legislazione sociale preesistente. . Per la Russia la protezione sociale generale è un aspetto della forma collettl\·istica dello Stato. In Italia, date la povertà permanente dell'economia, la modestia delle risorse delle stesse classi medie e sopratutto l'attuale critica situazione, l'aspirazione alla libertà dal bisogno per tutti o quasi tutti i cittadini è particolarmente sentita. I competenti e i responsabili della previdenza e dell'assistenza sociale se ne son'o fatti eco nel convegno tenuto a Tremezzo nell'autunno dello scorso anno. Si è ivi auspicata, infatti, una serie di riforme atte a realizzare - con l'estensio'ne della tutela alle categorie escluse, con il collegamento delle varie forme di previdenza e di assistenza, con l'unificazione dei contributi e con quella degli Istituti - una protezione sociale efficiente per la maggior parte degli Italiani. Inoltre, presso il Ministero per la costituente e presso quello per il lavoro, sono state create due commissioni per lo studio della riforma della previdenza sociale. È da augurarsi che gli studi compiuti dalla prima e quelli, in corso, della seconda (la cui struttura è stata modificata da un recente provvedimento) portino a proposte sollecite cd a concrete ed efficaci innovazioni, cosicchè il principio contenuto nel progetto di Costituzione « tutti i cittadini hanno diritto all'assicurazione sociale... » trovi realizzazione piena non solo per quanto riguarda l'ampiezza, ma anche per quanto si riferisce all'efficienza della tutela previdenziale. Il problema della sicurezza sociale, essendo, in definitiva, un problema di redistribuzione, si innesta al problema economico generale. Si tratta di conciliare l'urgenza di provvedimenti a favore di chi non può attendere con la necessità di pro,·- vcdere in modo tale da non pregiudicare il processo produttivo, ciò che si risolverebbe in definiti,;a a danno degli stessi beneficiati dalla redistribuzione. Come è stato esattamente rilevato (Walter Hill) il punto di contatto, e quindi l'equilibrio, va ricercato nel costo del piano di sicurezza sociale. In alcuni paesi, e l'Italia occupa Ira essi un pr11111ss11npoosto, il problema si pone in termini assai gravi. Si parla di circa due milioni di disoccupati, e vi sono
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