Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

KOTE DI CRONACA reali ? L'aver favorito lo scoppio della guerra tra tedeschi e anglo-sassoni non· risparmiò all'Unione dei Sovieti di esser travolta nella tragedia e di veder correre fiumi di rosso sangue proletario dal golfo di Finlandia, all'Ucraina, al Caucaso. li giudizio fallibile degli uomini ha dunque fruttato al proletariato mondiale e alla Russia medesima, u patria dei lavoratorin, dc,·astazioni e rovine che ora, ad ogni costo, bisogna sanare. l Al termine della seconda guerra mondiale si è afforzata la causa « proletaria » o h causa « capitalista » ' Non dimentichiamo che le regioni della Russia occidentale e i territori che fu possibile annettere in modo più o meno diretto o per qualche finzione alla Unione dei So,·ieti. sono più o meno sconvolti dalla guerra. Dall'altro lato gli Stati Uniti escono dal conflitto senza che i territori americani siano stati sfiorati, con una capacità di produzione intatta e anzi :1ccrcsciuta, con una influenza economica e politica moito maggiore che nel 1939, con un prestigio praticamente illimitato. i?. quella che può definirsi la beffa delle ideologie. Non è da credere con ciò che la Russia non abbia ottenuto vantaggi sostanziali: territori ricchissimi cadono sotto la ,ua influenza diretta o indiretta, la su~ forza e la sua indistruttibile capacità di resistenza sono apparse alla luce del sole, i partiti comunisti hanno ottenuto il pieno diritto di cittadinanza in ogni paese del mondo; e hanno trovato un terreno più propizio là dove altre concezioni totalitari.e hanno già abituato la gente comune ad un irrazionale conformismo. f:: dunque evidente che il contrasto potenziale - lasciato da parte nel 1919 - oggi deve essere affrontato e risolto. Come ? Molti hanno parlato e parlano di guerra inevitabile; altri, allora, oppongono il bene supremo della pace, gridano contro i seminatori di discordie, contro chi parla di crociate più o meno sante, di sipari di ferro, di invalicabili barriere. f:: chiaro che da parte sovietica non si vuole spingere il contrasto potenziale alle ultime conseguenze. Senonchè fino a poco tempo fa il pacifismo verbale dei comunisti andava di pari passo con una politica sovietica molto ferma, molto decisa, non certo· fatta per infondere negli avversari pensieri di pace, Nell'altra rassegna abbiamo messo in luce il progressivo irrigidimento della politica americana e le sue ragioni ideali: innanzi alla spinta sovietica verso l'occidente, in Europa e, in Asia, verso la Cina meridionale, il governo di Washington si trovava dinnanzi ad una situazione molto simile a quella che nel 1941 l'aveva indotto a prendere le armi contro la Germania e cont~_I Giappone: per difendere, come diceva il presidente Roosevelt, l'integrità e la sicurezza dell'emisfero occidentale. Il contegno americano è divenuto sempre più fermo: nel Medio Oriente il goYerno di Teheran ha ristabilito la sua piena sovranità su tutto il territorio nazionale ponendo termine al sospetto autonomismo dell'Azerbagian. E non si sono avute da parte sovietica reazioni sensibili. Anche all'O.N.U. i delegati sovietici hanno ceduto sulla questione del veto per ciò che riguarda le inchieste sugli armamenti; e in genere, in molte altre questioni, si è dato prova di una «souplesse» alla quale non s1 era abituati. Che cos'i: avvenuto di nuovo ? Fino a qualche mese fa era lecito supporre che gli americani fossero stanchi di guerreggiare e che volessero la pace ad ogni costo. Il 5 novembre gli elettori, nello scegliere i 435 membri della Camera dei rappresentanti, un terzo dei senatori (32), 35 governatori di Stato e più di 200.000 funzionari locali, panno preferito ai democratici i candidati repubblicani. Questo fatto in economia significa il ripudio delle ultime vestigia del New Dea!, l'aumentata potenza dei Trusts, e si traduce sul piano della politica interna in un violento anticomunismo che non può rimanere senza effetti neppure nelle grandi direttive mon-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==