Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

.. NOTE DI CRONACA CRONACHE POLITICHE 1ei due mesi trascorsi il panorama mondiale, in apparenza, non è mutato troppo profondamente; ma a ben guardare nei fatti accaduti, a far l'analisi delle affermazioni che sono venute dai maggiori protagonisti, è dato di scorgere segni che preannunziano qualcosa di nuovo. È sempre la ricerca dell'equilibrio mondiale che assicuri la pace. Dopo il ·1918, a Versailles si fondò la sicurezza del mondo in un sistema, collettivo di nome, ma di fatto assai limitato, che non tardò a divenire strumento dei vincitori. La Lega di Ginevra aveva ignorato troppo a lungo uno dei fattori più importanti - almeno in potenza - della politica mondiale, la Russia. E quando la Russia, raggiunto all'interno uri minimo indispensabile di stabilità, si affacciò nuovamente sulla scena politica mondiale, lo «spirito» di Ginevra, la «cornice» e ii patto medesimo andarono in frantumi, perchè incapaci di resistere alla realtà. L'errore degli uomini di Versailles fu quello di aver dimenticato che i popoli sussistono come realtà materiali e morali quali che possano essere le sventure che li colpiscano o i traviamenti che li afAiggano. Oggi la ricerca di un nuovo equilibrio è ostacolata dall'errore del 1918. L'alleanza tra gli Anglo-Sassoni e l'Unione dei Sovicti nel '41 fu basata sulla necessità dell'ora: resistere e vincere il nemico. Ma la guerra combattuta in comune non è bastata a chiarire le divergenze profonde, le vecchie ostilità, il sospetto, che dividevano il mondo occidentale da quello orientale. Anzi le vicende medesime che accompagnarono i primi tragici episodi della seconda guerra mondiale, se furono dimenticati nel 1941, tornano oggi con insistenza alla mente dei politici. Spinta da una ossessione ideologica che le negava, come le nega, il sereno giudizio della realtà, nel 1939 la Russia credette di vedere nella minaccia di guerra che sorgeva all'occidente un fattore propizio al trionfo definitivo nel mondo della causa che presumeva d'incarnare. Tra gli stati che impersonavano ai suoi occhi l'oppressione capitalistica, gli imperialismi ancora famelici erano in contrasto con quelli oramai sazi e desiderosi di conservare il frutto delle loro conquiste. Da un simile contrasto la causa proletaria non poteva non avvantaggiarsi; quindi conveniva approfondire l'antitesi, sospingerla magari alle estreme conseguenze senza badare ai mezzi. Non disse Lenin che l'etica del marxismo è unicamente l'utilità della classe operaia ? Tale fu la genesi del patto germano-sovietico dell'agosto 1939, logica conseguenza di un processo iniziatosi fin dal marzo di quell'anno. Ma nell'esame e nel giudizio dei fatti umani non vi sono giudici infallibili; anche dato e non concesso che un'ideologia fosse obiettivamente vera, quale uomo potrebbe presumere di vederne con infallibile lucidità i riflessi nel mondo delle cose

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