-RECENSIONI 181 via non solo acquistando di vastità, m~.anchc di potenza figurativa; sicchè alb fine lo scherzo (?) lascia un'impressione monumentale». Qualche volta non mi convince l'interpretazione letterale. « Il ben ch'io vi trov:ii » (lnf. I, 8) non sarà VirgBio, « il Virgilio allegorico», come pare anche :i tanti alÙi, pcrchè i'ombra di co:-tui si offerse agli occhi di Dante, mentre questi « rovinava in basso loco», e non era rientrato nella seh·:i:. A chiarimento del verso famoso sul <1 piè fermo » scrive: (( il contesto non lascia dubbio che questa infelice perifrasi indichi che Dante cammìn:l\•a in salita (cfr. v. 31): il piede più basso ~ta ben fermo sul terreno a reggere ia persona mentre il più alto si ITIO\'C in :w:1nti >,. In questo caso temo che sia infelice il commento. li poeta dice chiaro di aver ripreso via (< per la piaggi:1 diserta », la quale è vero che influisce sul suo modo di camminare, ma non fisicamente, a causa cioè del suo leggero pendio, bensì moralmente. Nella piaggia Dante ha figurato la sospensione d'animo, l'incertezza e la lentezza chef deriva dall'accidia; perciò c:immin:1 per essa preciso come ,uole la lettera: così da. poggiare sempre sul piede più vicino alla selva; vale a dire al modo tli chi v:1 malvolentieri, si ferma, riguarda indietro, si sente tcnt:ito a rinunziare a salire. Quel tanto bistrattato verso dice in breve il medesimo che il Petrarca :1llontanandosi da Laura: lo mi rivolgo indietJ"oa ciascun passo col corpo stanco che a gran pena porto; poi ripensando al dolce ben ch'io fosso, al cammù1 lungo ed al mio viver corto, fermo le piante sl>igo11itoe smorto. t. un signifirnto sul quale non può cader dubbio: io chi;nisce il poct:i a ogni piaggia che arriva. Errata mi sembra pure la nota su (( gli antichi spiriti dolenti». L'inferno, essa dice, e< :tccoglie i dannati dal principio del mondo ad oggi)); e quindi, è facile osservare, non solo antichi, ma anche contemporanei, mentre Dante allude a una schiera speciale; e quella che per antonomasia si puù chiamare antica, è costituita dagli angeli, nè fedeli nè ribdii, condannati :1 rimaner eternamente sospesi fra la vita e J:i morte seconda, che è la dannazione. Per spiegare come Dante possa chiam:1rsi senz'altro il fedele di Lucia (c. Il, 98), il Momigliano si rifà dal Torr:ica e scrive: cc Perchè il tuo fedele? ... perchè Dante non perdè mai la speranza della salvezza >i. u E c1ucsto, aggiunge iui, :,,i accorderebbe con 1:i. interpretazione di Lucia come simbolo ddb Speranza)), Ma, nemmeno a farlo apposta, proprio ncl primo canto il poeta confessa di aver perduta. cc la speranza de l'altezza u. Lucia, il cui nome è dalla lucna, ossia dai simbolo del minor luminare, pcr!l(>nifica la giustizi:1 divina; e pcrchè questo si vedesse chiaro, essa scende nella valletta dei principi. a prender Dante che dorme, sotto forma di aquila. Un fedele più del nostro poeta al sacrosanto segno dell'Impero non si trova in tutto il mondo. I versi della terzina O donna di virtù (c. H, 76 sgg.) gli son parsi 1( concettosi, un po' sforzati, da paragonarsi ai rrieno felici dei Paradiso» per la semplice ragione <..hcnon ne ha veduto il perchè. Di premettere quella dichiarazione Virgilio, che poi è la ragione di Dante, aveva un suo scrio mOlivo. Doveva far intendere a Beatrice che egli ora riconosceva ; suoi limiti, non era più quello di un tempo e s'era liberato del suo errore. Mi resterebbe a fare qualche osservazione sui criteri seguiti dal Momigliano rispetto alle lezioni dcli'edizione fiorentina, da cui in parecchi luoghi dissente. È ne' suoi diritti; ma non sempre ~, possono accettare le ragioni che ne adduce, come nclb nota ai V\'. 42-43 del V c:1nto. SiccolT'e entrerei in un c:1mpo estuneo a' miei studi,. mc ne astengo, e concludo che. tolte le mende che :ibbiamo notate, gli studiosi dnono esser profondamente grati al Momigliano dell°cccc!lentc comment<, c1 1r.: ci ha dato dell'!JJ/er,10 e presto ci darà delle :iitr.: cantiche. Lu1c1 PlETROBO:,.'O DFocLEc10 RE1>1c DE C.\~ll'OS, Ra011e/loe .l!ichelange/o, Studi di storia e d'arte, Roma MCMXLVI, dott. G. B:irdi editore, pagg. 18o di testo, 40 tavv. in fototipia, indici. . Il bel libr? di Dcoclccio Rcdig dc C:1111posu Raffaello e Michelangelo è una raccok1 di articoli già noti e quindi già. 1 debit:imente recensiti. Tnnto che voler qui rifar l'analisi, sia pure a titolo d'informazione, di quegli scritti, sa.rebbe cosa inutile. \"ero (; cht: uno di questi capitoli è inedito (Una loggetta di Raffaello ritrovtlfa in Vaticano, pag:_g:. 2·9-59): ma anche di questo s'è già molto parlato, sia in seguilo alla comunicazionc 1cn11ta d:1lr A. sk:,,:,,o :lib Pontificia Rom~rn:i Accadcmi.1
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