Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

RICORDO !li MICHELANGELO GUIDI dell'ingegno e dell'agguerritissima preparazione tecnica anche fuor della cerchia strettamente specializzata, e sopra il minuto lavoro erudito. Quarant'anni di ricerche speciali, un vivo interesse per i problemi teoretici e metodici della storiografia, una vibrante passione per l'argomento lo rendevano ormai, nel colmo dell'età, atto e pronto alla grande impresa. E lavorò ad essa tenacemente, e con essa confortò le ansie e i disagi e i dolori degli anni tragici, tra i bombardamenti dell'Ostiense e l'infausta battaglia di Porta San Paolo, a un passo dalla sua casa, nei mesi dell'angoscia e del terrore, nell'attesa dell'incerto domani. Un gruppo di capitoli, approntati in dattiloscritto grazie all'abnegazione di un amico, veniva ancor mostrato da lui a chi lo visitava negli ultimi suoi giorni, con affetto e compiacimento « quasi come fosse un figlio ». E certo fra le sue preghiere più calde all'Invisibile dovè essere quella di poter almeno portare a compimento quell'opera, frutto degli studi e meditazioni di tutta una vita. Altrimenti ha voluto il destino, e non sappiamo se di <.jUcl vasto disegno ci sarà dato almeno veder pubblicato qualche isolato saggio. Ma anche senza di esso, l'opera pubblicata di Michelangelo Guidi, cospicua più che per estrinseca mole per qualità di lavoro, per l'importanza dei problemi affrontati e la genialità delle idee e delle soluzioni, restà acquisita alla scienza, e resterà a stimolo e incentivo dei compagni di studio per l'ulteriore ricerca, come quella di un eminente studioso di originale fisionomia propria, su cui non gravò come un peso l'illustre nome paterno. L'opera pubblicata, ho detto. Giacchè chi può presumere di veder tutta espressa nelle pubblicazioni una persona viva, una personalità specie come quella del Guidi, complessa, ricca e per più lati singolare, talor per• sino enigmatica, sfuggente e forse non riuscente nemmeno a esprimersi intera attraverso la penna ? Io credo che chi lo abbia conosciuto solo negli scritti non possa formarsi se non un 'idea approssimativa di quella che fu, nelle luci e nelle ombre, la sua fisionomia intellettuale e morale. Ebbi la ventura di conoscere appena -fuggevolmente, negli ultimi suoi anni, il venerando suo padre: ma da quel tardo e superficiale contatto, e da quanto da altri più anziani ho udito di lui, mi pare che assieme ad ovii tratti comuni, le due personalità del padre e del figlio presentassero essenziali elementi in contrasto. Tranquillo, equilibrato, fondamentalmente sereno l'uno, ancorato come in placido porto nella fede tradizionale, in un ordini; wcialc e politico che parve a lungo stabile, in una concezione positivistica della scienza e della cultura tipica del secondo Ottocento (un positivismo coesistente, in compartimenti stagni, con la più salda ortodossia religiosa); così Ignazio Guidi fornì in settant'anni di attività scientifica l'imponente sua opera di filologo, editore cd esegeta testuale, rinunciando ben presto

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==