Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

FRANCESCO GABRIELI lasciando p1u in ombra gli altri rami della semitistica e le altre letterature orientali, con cui pur serbò per suo diletto costante esperta familiarità. Questa sua produzione, in periodi di varia intensità anche in rapporto alle sue condizioni di salute, mostra ancor più netto il posto primario che nei suoi interessi non solo intellettuali ma spirituali cd intimi aveva su tutti gli altri il momento religioso, nella sua dinamica immediatezza e nella critica valutazione storica. Poco egli ha infatti pubblicato nel campo specifico della letteratura araba, se si eccettui il nutrito e in parte originale disegno che ne dette sulla Enciclopedia Italiana; poco o nulla di storia politica dell'Islàm antico. Della civiltà musulmana lo attraeva in primo luogo il fattore religioso, ma non come freddo studio di una fenomenologia aberrante dagli schemi a noi familiari, bensì come parte viva e integrante del nostro patrimonio spirituale, come un elemento allomorfo ma strettamente collegato con la nostra spiritualità e la nostra cultura. Credente ortodosso e praticante per avita tradizione e convinzione intima, egli non accettava l'agnostica conclusione che dette il Lessing alla celebre novella dei tre anelli, ed aderiva al suo cattolicesimo romano con disciplina e ragionato ossequio; ma troppo forte e vitale era in lui la sensibilir~ clinanzi al fattore religioso in ogni sua forma, e troppo ricca e profonda la sua cultura storica, per non sentire ricongiunto alla comune radice ineffabile, e confuso nell'intreccio lussureggiante dei rami, l'albero della paterna fede cristiana con quello dell'Jslàm ortodosso e con la sua smagliante efflorescenza eresiologica. E la storia della religione dell 'Islàm, sia nel ceppo centrale e nel suo fondatore Maometto, sia nel le eresie e nelle sette. che così strettamente si intrecciano con analoghi fcnomèni cristiani e non cristiani dell'unità storico-<ulturale asiatica e mediterranea, fu la costante passione e preoccupazione del Guidi, il tema preferito dei suoi maggiori lavori. · Il più antico fra questi, del 1927, è l'edizione e traduzione di un difficile testo di polemica musulmana, la confutazione dell'imàn zaidita alQasim ibn lbrahìm contro un perduto scritto dualistico del celebre Ibn al-Muqaffa, letterato di origine persiana del secolo VIII d. C., notoriamente sospetto di eresia manichea. E u lotta fra l'/;/àm e il Manicheismo intitolò infatti il Guidi il suo libro, vedendovi giustamente un documento prezioso dell'irrompere della gnosi orientale in seno all'Islamismo ortodosso, e della vittoriosa difesa di quest'ultimo. Il Guidi pubblicò e tradusse !"opera da manoscritti yemeniti della collezione ambrosiana, e la illustrò acutamente, anche se forse la sua ricostruzione del carattere letterario dello scritto confutato, mal trasparente da scarse citazioni, non coglie nel vero indicandovi quella "contraffazione del Corano» di cui

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