LEGALITÀ E DEMOCRAZIA NEL LA TRADIZIONE STO RICA ITALIANA Accanto al declinare della coscienza di un diritto naturale, superiore a quello degli uomini, uno degli aspetti salienti della crisi della nostra civiltà - crisi più volte lamentata da politici e sociologi insigni - consiste nel desolato tramonto del concetto di legalità, perno di quella certezza del diritto che è il fondamento primo di ogni ordinata società civile. Pur senza scendere a particolari citazioni, ricordiamo come siano state numerose le condanne autorevolmente elevate contro il volontarismo giuridico e contro le varie teorie che vorrebbero rendere il giudice alquanto libero nella interpretazione della legge: teorie secondo le quali il diritto sarebbe reso più aderente alle mutevoli esigenze della società; mentre, in sostanza, contribuiscono a minare la certezza del diritto, che è la prima, indiscutibile garanzia delle libertà civili. Insieme con questi principii è stato naturalmente messo in dubbio quello della divisione dei poteri dello Stato, fondamento essenziale di un regime che voglia salvaguardare i diritti dei cittadini; che sia cioè, latu .<ensu, democratico. Ora, i due principii, legalitario e democratico, posti insieme in discussione dalle deformazioni statolatriche e totalitarie in cui siamo caduti, meritano, a mio avviso, di esser insieme studiati, nella loro interdipendenza, al lume della nostra tradizione storica. li principio di legalità, secondo il quale la legge è norma e freno costante dell'attività degli organi tutti dello Stato, principio che si contrappone all'arbitrio dei funzionari, non è logicamente incompatibile con un regime assolutistico. Chè anzi, a dire il vero, sembrerebbe rientrare nella logica delle cose che colui il quale domina sovrano in uno Stato, colui che pretende di poter dire, con gli imperatori del tardo impero romano: « quod principi placuit legis habet vigorem ", oppure osa affermare, con il Re Sole: « l'État c'est moi ", esiga dai suoi emissari ed officiali la più scrupolosa osservanza della legge, cioè della sua sovrana volontà.
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