Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

JACQUES MARIHIN autentica, per il fatto stesso che procede da un impulso evangelico, lavora contro la corrente della ,, natura » eò esige quindi un 'ispirazione eroica. Quali che siano le deficienze con cui la debolezza umana può appesantire il risultato pratico, un tale sforzo dev'essere tentato, e la conoscenza di ciò che è vero in queste materie è di primaria e capitale importanza. Conservare la conoscenza che Machiavelli ci offre della condotta effettiva della maggior parte dei principi e sapere al tempo stesso che questa condotta è una cattiva politica, e liberare la nostra coscienza dalle regole, i precetti e la filosofia di Machiavelli: in questo consiste la fine del machiavellismo. Qui sottolineo di nuovo ciò che ho spiegato al principio del presente saggio. li machiavellismo non consiste in quella triste parte di mali particolari e di azioni politiche ingiuste che è fatale in ragione della debokzza o della malizia umane. Esso è una filosofia della politica che afferma che di diritto la buona politica è una politica supramorale o immorale, e deve in virtù della sua stessa essenza, ricorrere al male. Ciò che ho discusso è questa filosofia politica. Non ci sarà fine alla ricorrenza accidentale dei misfatti e delle colpe finchè durerà l'umanità; ma si può e si deve mettere nnc al machiavellismo. Concludiamo. li machiavellismo è un'illusione, perchè riposa sul potere del male e perchè, metafisicamente, il male come tale non ha potere di essere causa d'essere; praticamente il male non ha il potere di produrre alcuna realizzazione duratura. Per l]Uanto riguarda le entità morali come i popoli, gli Stati e le nazioni, che non hanno un destino supratemporale, le loro azioni vengono sanzionate nel tempo; è sulla terra che l'intero carico di fallimento e di inutilità di cui è gravata ogni azione malvagia commessa dalla comunità o dai suoi capi, dovrà norm;!lmcnte esaurirsi. È questa una legge naturale, una specie di legge fisica dell'ordine morale (~ebbene impedita in certi casi dall'interferenza degli altri molteplici fattori in giuoco nella storia dell'umanità). Come regola generale il machiavellismo e l'ingiustizia politica, se procurano elci successi immediati, conducono, a lunga scadenza, gli Stati e le nazioni verso l'infelicità o la catastrofe. Nel caso in cui sembrano riuscire anche a lunga scadenza, non è a causa del male o dell'ingiustizia politica, ma cli qualche principio interno avverso che destinava in anticipo le loro vittime all'assoggettamento, anche se esse non avevano dovuto fronteggiare nemici iniqui. Oppure quelle vittime della politica cli potenza sono tribù primitive che non hanno ancora raggiunto lo stadio dell'esistenza politica, e quindi della giustizia politica: e la loro sventura, ingiustamente subìta, che grida con-

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