LA FINE DEL MACHIAVELLISMO 125 intelligenza.Perchè trattasi di una risposta data dall'etica personale ad una domanda posta dall'etica politica: essa trascende la domanda come la personatrascende lo Stato riguardo al suo destino eterno; taglia corto alla questione, non la risolve. È chiaro che nessuna affermazione dell'etica della Persona,per quanto assolutamente vera e decisiva possa essere, può costituire una risposta adeguata e topica ad un problema posto dall'etica di Stato.Proprio perchè è una risposta trascendente, non è una risposta adatta. li machiavellismo riesce: non è forse vero ? Il machiavellismo assoluto trionfasulla terra e i nostri occhi l'hanno constatato da anni. Forse che la morale,il cristianesimo, Dio esigono che tutte ,le nostre libertà siano necessariamente conquistate, la nostra civiltà devastata, distrutta persino la speranza di vedere un pc' di giustizia e di amicizia fraterna elevare la nostra vita terrestre ? Forse essi vogliono che k nostre vite siano inevitabilmenteasservite, le nostre chiese e le nostre istituzioni saccheggiate, i nostri fratelli perseguitati e oppressi, i nostri figli traviati, le nostre anime stessee la nostra intelligenza esposte al pervertimento dei signori imperialistidel machiavellismo, proprio perchè noi aderiamo alla giustizia e ci rifiutiamoal diavolo, mentre essi non hanno paura di ricorrere all'ingiustiziae al male, e di consentire al diavolo fino in fondo ? È il vero fine della persona che è eterno, non quello dello Stato. Se un uomoqualunque subisce il martirio e va in paradiso, la sua anima gode la beatitudine; ma supponendo che tutti i cittadini di uno Stato tributario di qualche Nerone, subiscano il martirio e vadano in paradiso, non è l'anima di quello Stato che godrà la beatitudine; anzi quello Stato avrà cessatodi esistere. Lo Stato non ha un 'anima immortale, e neppure la nazione,salvo forse nel senso che sopravvivono spiritualmente per mezzo della loro eredità morale nella memoria degli uomini o nelle virtù delle anime immortali che animavano un tempo i loro membri, quando la nazione esisteva. L'anima di una nazione non è immortale. Il fine diretto e specilìcatore,il bene comune di una nazione, è cosa temporale e terrestre, cosache può e deve essere soprelevata nel suo ordine dalle virtù del Vangelo,ma il cui ordine proprio è naturale, non soprannaturale, e che appartiene al regno del tempo. Per conseguenza .la stessa esistenza, temporale e terrestre, lo stesso progresso, temporale e terrestre, la stessa prosperità di una.nazione, e quella porzione di felicità e -di gloria che deriva dalle crisi stessee dalle prove della storia sono realtà essenziali per il bene comune di quella nazione. · Senza dubbio, - per immaginare un caso estremo, - una nazione o unoStato potrebbe e dovrebbe accettare la distruzione, come fece la legione di Maurizio, se ai suoi cittadini fosse intimato di scegliere fra il martirio e l'apostasia; ma un caso simile non sarebbe mai un caso politico, sarebbe
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