Quaderni di Roma - anno I - n. 2 - marzo 1947

LA CRITICA BERCSONl.~NA E LA CREAZIONE EX NIHILO 109 primo giorno. Poichè il prima non esiste, voi urtate contro una frontiera ciK ha un territorio solo da tin lato. D:ill'altro ... l'altro non esiste. t sorprendente ! « Per evitare ciò, se ammem:te solo frontiere vere e proprie, con due territori dai due lati, Aristotele approva, s. Tommaso filosofo consente, e voi dovrte allora porre dappertutto delle frontiere, poichè ogni momento della durata è principio e fine. « Avrete così un mondo infinito nella durata. Nuovo turbamento per il pensiero ! Turbamento maggiore agli occhi di alcuni, minore per altri. Comunque, però, do1•rctemandar giù il paradosso che il mondo, anche se finito nella durata, anche se ha avuto un principio, è tuttavia esistito sempre perchè non c "è momento in cui non sia esistito, dato che un cominciamento assoluto di tutto non ammette nessuna anteriorità, nè spaziale nè temp0ralc. « Tutto ciò vi disorienta e mi domandate che cosa sia insomma la creazione ? Ve lo dico: è un rapporto. Dio esiste, il mondo esiste per opera sua, e l]Uesto è tutto. Questo per opera sua è ciò che diciamo creazione; è la dipendenza, anche del mondo, che lo fa dire creato. Da ciò risulta il nuovo paradosso che il mondo, in l]Ualche modo, preesiste alla · sua stessa creazione. Certamente, dato che è un semplice rapporto e per conseguenza un attributo, la creazione s'innesta sulla sostanza delle cose. "E così, l'ordine delle nozioni non è, come si potrebbe credere, il seguente: 1" Dio, 2" la creazione, 3" il mondo. Quest'ordine si addice all"analisidcll"azione in via di durata. Ma trattandosi di causalità non temporale, poichè comprende la stessa durata, trattandosi delle causalità radicali, secondo l'espressione di Leibniz, la cosa non va più. Si deve dire: anzitutto Dio, che è 5rn1pre ii primo in tutto; secondariamente il mondo e solo in terzo luogo la creazione che è il rapporto del mondo con Dio, la sua dipendenza totale. « :t un'idea che sgomenta quanto volete, ma è propno questa l'inevitabilecondizione del problema. E non servirebbe a nulla scrivere:· QuestrJ problema non lo porrò! Esso si pone da sè, e volerlo rcspingac perchè ci abbaglia, sarebhc somigliare alla talpa di Victor Hugo che sogghigna nella sua galleria sotterrane.i dicendo: Mi fanno ridere, col loro sole! ,, li sole è necessario per illuminan.: la terra. Dio è necessario per pensare ]°universoche, senza di lui, non sarebbe che un sistema di nulla. Con Dio è un sistema di esseri dipendenti dal primo essere, dalla fontana dell'essere, come dice s. Tommaso. « li rapporto è qui un rapporto di dipendenza e di comunicazione, una partecipazione secondo l"espressione platonica. C'è t]Ui una generosità eh-: si dona, come dice Bcrgson. Voi conoscete questo pensatore che ha detto essere il nulla una pseudo-idea, da cui nascono pseudo-problemi. Perciò

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