94 NOTE DI CRONACA E questa aspirazione alla chiarezza, libera <laHa preoccupazione <l'essere o non essere tradizionale, nelle sue ,·:tric accezioni (aderenza :·dia vit.1, libertà csprcssi,·a. compiutezza di mezzi espressivi) è la nota dominante del cammino che gli artisti ti'oggi si sc:1vano, sospinti dalb loro intim:1 e più genuina sincerità così come ne sono sospinti dalle esigenze del gusto più diffuso. E intanto, conseguentemente, b tecnica si affina, e rinasce, e così si° riafferma, b sana compi::tcenza del << finito >1. Segno in4 dubbio, questo, che l'impressionismo è morto davvero, e che la solidificazione del cubismo e delle tendenze cosl d,-tte met:1fisiche o surrealiste non sono state infeconde. E questo spiega, forse, perchè De Pisis col suo ostinato rabescare ha oscurato. nel gusto <lei critici, b sensibilità per le sue r:1ffin:1teconquiste cromatiche e atmosferiche e pcrchè di Ferrazzi - che si mostra vittima d'una certa incompiutezza - si p~1rla roco. Ma della mostra di Fcrr.azzi convien dire qu,lcosa, non foss'altro per l'impegno dimostrato di fronte a temi grandiosi e per il piglio da grandt maestro non mai smentito. Ferrazzi - il pili cc classico>), il più costante devoto di quella ferrea con• nes:-ionc (o identità) fra mezzi espressivi e espr~ssionc che è csscnzi:dc ncll':1rte - è sempre in via: oggi ha liberato da!b c:isistica d:1 cui era nat:i la sostanz:1 di quei colori originalissimi dei suoi encau~ti e b profonde schietta nella sua pittura attuale, tutta C(•iore puro, che resta identica a se stessa t:mto nei temi impanenti (La paro/p dì Cristo) come nei paesaggi tiburtini e, anzi, sernbra patenziarsi nell'umiltà di certi t< frammenti H naturalistici (un viottolo, un cespo, una siepe) . .È un'intimid accorata, ~consol:ita e dcvot~1, ma senza ombre crcpuscobri; anzi il ro,;so della terra e del sole fiammeggiano come nell'ardore d'una visione francescana. È come se un maestro del 400, dopo compiuto un ciclo di « storie », si compiacesse d'un particolare, ma senza suggestioni fiamminghe; ma :inzi riconoscesse in un limit:1to campo visivo lo stesso 1< cosmo))' cioè la stess.a bellezza universa, che governava una doviziosa « in• \'Cnzione >). La sua Parola di Cristo è degna d'essere ricordata: que1l'impostazione lici Redentore, quel gesto vasto del braccio sinistro, quel fissarsi dell'attimo in una atmosfera dilatata ma non rarefatta, quelle distanze spaziali immense che solidificano i rapporti fra p:iesc e figura, tutte risolte nel colore, sono il modulo che rende unitaria, come raramente si vede, la composizione. I gruppi degli apostoli (ciascuno dei quali è conchiuso in se stesso a tal segno eia poter far quadro a sè, e insieme è così necessario all'economia complessiva) si ordinano nella varietà più libera; mentre il rosso acceso si stempera nelle mezze luci, si riflette tonalmente nei verdi preziosi e si agghiaccia nelle ombre viola; e finalmente s'irrigidisce nella parete gialla, a destra, avviando il moto, precisato visivamente, dal Redentore a Giuda. Certo quest'opera di Ferrazzi non la vedremo mai sopra un altare, ma è forse il quadro più religioso della pittura contemporanea; come - mi si perdoni l'amplificazione - un inno sacro del Manzoni non farà mai parte della liturgia. Un po' di maggior finitezza, forse, un po' più di pace, (e fors'anche un po' più di rigore iconografico) conferirebbero quella comunicativ~1 che ancor m:1nc:1al pittore. Arte sacra, arduo tema; e urgente. Che forse risolverebbe per sempre la serie di antinomie tra i termini tradizione, gusto moderno, aderenza alla vita; e fors'anche, per dir cose ,·ecchie, forma. e contenuto. Ma la soluzione sembra lontana, se de,·ono prendersi per buoni i risultati della mostra d'arte sacra ospitata dalla Galleria di Roma la primavera scorsa e di quella promossa dall'Istituto Beato Angelico (ottobre '46). Ma certe opere di Ceracchini (il Sacro Cuore nella chiesa di S. Francesco Saverio alla Garbatella) e la serenità diffusa fra molti artisti d'oggi conservano la vivacità della speranza (ben più che certo tronfio accademismo di alcuni mestieranti troppo graditi ai loro clienti).
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