Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

NOTE Ili CliONACA CRONACHE D'ARTE In questo nostro navigar pittoresco non è <lifficile trovar gli elementi per e, fare il punto>>. L'attività degli artisti e dei critici non è mai stata abbon<fantecome in questi ultimi due anni; e una vera rinascita, che non mi sé'nto di attribuire soltanto alla forza delle cose, c'è: mostre jndividuali a ogni cantonata e ogni giorno, mostre collettive frequenti; si moltiplicano coi nomi più suggestivi o più allusivi le sale di esposizione; si son tentate adunate artistiche sotto le insegne più varie, da quelle d'arte politica o regionale a quelle <.l'arte sacra, da quelle del disegno a quelle ùi un II genere )1, e cioè si è affrontato, senza impacci, il tema della tecnica e Jcl soggetto; e mai come ora ha assunto solennità la riapcrtur:1,o meglio il riordinamento, d'un musco, e mai come ora c'è st:ita la sete di colm:1r lacune nella cultura artistica. Sembrerebbe quasi simbglico ricordare i ùue fatti che han dato l'avvio a tanta attività: b Mostra dei capolavori in palazzo Venezia e l'applauso a scena aperta toccato a Lionello Venturi quando, nella sua prolusione al primo corso universitario dopo i lustri d'esilio, disse che noi italiani ignoravamo o quasi l'arte francese moderna. L'applauso venne da un critico intelligente e anche alla moda, e fu quasi un rimprovero salutare e, insieme, un proposito entusiastico. I libri sull'arte contemporanea furono venduti abbonùantemente, la critica ebbe nuovi cultori e rinverdì nomi che sembravano inacerbiti dal tempo e dagli eventi; e dalle pure esPosizioni filosofiche d'estetica autori e editori passarono alle monografie <livulgative e alla critica, ciOCa ,·eder da vicino il più diretto problema dell'arte. Fervore di attività pratica, dunque, nelb produzione dell'arte e nella sua contemplazione diretta, visiva e intellettuale. Nelle mostre individuali abbiamo cercato nuove personalità o abbiamo appagato il Jesiderio di veder meglio le personalità già note. Anche in arte ci sono << i grandi>>, che tcngon lo campo oscurando, nel gusto corrente, altri artisti: a ragione (perchè, in fondo, u ragione>, non c'è) quanto al gusto; a torto quanto all'arte, giacchè questa non terne i rapporti di vicinato e non conosce i diritti del primo occupante. Così, se il gusto corrente (e forse anche qualche elemento di discutibile gusto) ha fatto passar quasi sotto silenzio la mostra di Fcrr:1z.zi, l'arte <li questo maestro ci appare viva più che mai. Per contro è restato come una pietra miliare nella storia• dell'arte contemporanea l'Omaggio a Morandi tributato nelle sale dello Studio Palma due anni or sono. Carrà ha avuto il suo premio alla "Colomba», De Chirico si i: conferito la burocratica classifica di "ottimo" col succedaneo della pittura che è il « saper dipingere» e ha avuto l'onore commerciale d'essere stato falsificato a Parigi. E, intorno agli astri maggiori, le costellazioni, le comete, le nebulose; nuove stelle, diciamolo pure, nessuna o quasi: Omiccioli, forse, o Corpora; o Capogrossi che ha avuto in questi tempi la sua prima mostra personale; meteore poche, per fortuna: la Fini, per escmpt0. Ma è ora di mettere un Po' d'ordine. E giacchè i « grandi » son rimasti tali e i,on si son mossi gran che dal loro piedistallo, è inutile parlarne in questa sede. Nulla di nuovo ci ha offerto Dc Pisis che non varcherà mai le sue eleganze di pittore sbocciato col precipuo destino d'essere un artista alla moda, cioè <li creare un gusto che \':-t pìù in là dell'ornamento ma costituisce soprattutto un arredamento, sia pure il più raffinato. Niente di nuovo Carrà, che forse sarà, fra tutti, il più rappresentativo del nostro tempo, legato com'è alla cultura e alla pittura immediata: critico e, ad un tempo, fedele di Giotto, e di conseguenza, in certo senso, artista teorizzante quando vede le sue scene e tuttavia puro pittore quando s'effonde a guardare i suoi

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