Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

86 NOTE DI CRONACA· t ancora abbastanza recente l'affermazione categorica del Capo ciel Dipartimento di Stato, Byrncs: « ... Il popolo degli Stati Uniti ha scoperto che quando si inizia una guerra europea la nostra stessa pace e la nostra sicurezza vi sono inevitabilmente coinvolte prima che la guerra abbia fine. E ha concluso che se è necessario il suo intervento per porre fine a ogni guerra europea sarebbe meglio adoperarsi· in tempo per impc• dirne l'inizio. Due volte nella nostra generazione i dubbi che si potevano n utrire circa la politica estera americana hanno portato altre nazioni a fare calcoli sb agliati sulle conseguenze dei loro atti. Oue volte nella nostra generazione questi dubbi circa la politica estera americana non hanno portato la pace ma la guerra. Questo non de,·c verifioorsi di nuovo .. . ». In tali condizioni l'America è costreua ad appoggiare con la massima energia e scnz:i riserve tutta b politica britanniG1: si trattridi tener l'influenza russa il pili lontano possibile dall'Atlantico. Si tratta cli costituire un argine che impedi sca il dilagare di nuovi tentativi egemonici. Verso la fine dello scorso anno l'appoggio americano all'Inghilterra nella questione iranica non fu troppo energico e non valse ad impedire un primo passo dcll'inAusso sovietico verso il Golfo Persico. Nella questione italiana - come veJremo meglio in seguito - b manc:mza di una linea c oncorcbta 3nglo,.americana non consentì una maggior tenacia nt:l resistere alle pretese russe - tramite la Jugoslavia - su Pola e Trieste. Ma non è possibile equivocare sul senso degli ultimi atteggiamenti americani nel Mediterraneo. I discorsi di Byrnes sono importanti non tanto per le affermazioni che contengono, quanto perchè costituiscono un commento ali:, ncuissima presa di posizione antisovietica nel pro blema degli stretti, agli incidenti con la Jugoslavia, alla dimostrazione navale nel Mediterraneo. C'è nella politica europea dei prossimi mesi un enorme punto interrogativo, la questione tedesca. Anglo-sassoni e slavi concordano almeno in una cosa: nel volere una Germania forte. Ma sia gli uni che gli altri la vorrebbero inclusa nell'orbita rispettiva. In questo duello che è per iniziarsi :ipcrtamentc dopo le prime schermaglie, Inglesi cd Americani seguono una stessa direttiva senza troppo curare i malumori della Francia sempre ossessionata dal timore di una Germania forte e più che mai desiderosa di una sicurezza che oggi diviene sempre più problematica per tutti. Qual'è la posizione della Francia nella politica europea ? Le direttive del Quai d'Orsay sembra.no essere quelle tradizionali dell'ultimo quarantennio: la solid arict,, con l'Inghilterra e, attraverso l'Inghilterra, con gli Stati Uniti. Questo però non e sclude d mite atteggiamenti d'indipendenza - per esempio nella questione tedesca - che però non sembrano destinati ad essere durevoli, quantunque possano dar luogo a impazienze sgradernli per gli alleati occidentali. Nella vasta e complessa cornice che abbiamo cercato di delineare a brevi trai li bisogna considerare il dramma dell'Italia e la grave incognita del nostro avvenire. Non si dice una novità quando si rileva che l'Italia, per sua sventura, si trova in uno dei punti nei quali gli interessi dei due blocchi sono venuti a contatto prima che altrove. Posta al centro del Mediterraneo - e il pensiero corre ad una enorme porta• aerei - la penisola italiana presenta un interesse evidente sia per la Gran Bretagna che per la Russia, giunta oramai, grazie all'intima unione con la Jugoslavia, ad affacciarsi all'Adriatico, e gravitare di fotto su tutta la parte orientale del Mediterraneo.

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