NOTE lll CRONAC.~ I Grandi protagonisti della politica mondiale dunque sono due: Stati Uniti cd Unione dei Sovieti ed è difficile sottrarsi all'impressione di un inconciliabile dualismo, tanto più che all'una e all'altra patcnza corrispondono - in modo più o meno fedele - concezioni economiche e sociali che tra. di loro sono in antitesi. L'equilibrio mondiale si fonda su queste due paderose realtà che non hanno confini in comune, che sono separate da entità palitichc di minor consistenza, le quali, per loro conto, sono penetrabili dagli inAussi opposti. Guardiamo all'Estremo Oriente: distrutto il Giappone come patenza politica, tra l'influsso amerirnno che avanza nd continente asiatico e- l'inAusso sovietico che, portato dagli eserciti comunisti scende dalla Siberia e dalla Mongolia esterna, c'è la Repubblica cinese. Lo statuto futuro della Cina è il problema più grave che oggi esista tra gli Sta.ti Uniti e la Russia. li governo di Washington si è battuto con estremo accanimento contro l'imperialismo nippanico che preclude,·a agli Stati Uniti l'espansione economica e palitica in Cina. Oggi non può ammettere di aver combattuto unicamente per aprire le vie del sud all'Unione dei Sovieti. li governo di Mosca, con l'appoggio al comunismo cinese e la sua continua palemica contro l'imperialismo americano, non fa che accrescere questa diffidenza. Recentemente era stato inviato in Cina il generale americano Marshall per patrocinare un compromesso tra i comunisti e il Kuomitang; il fallimento della missione ha accentuato la diffidenza degli Stati Uniti verso l'Unione Sovietica, non solo nel senore asiatico. La fine dell'isolazionismo americano, infatti, si spiega sopratutto con gli eventi asiatici i quali han fatto comprendere all'ancor giovane diplomazia di Washington che non è passibile dividere il mondo in senori indipendenti, perchè un equilibrio mondiale e la pace che ne deriva rappresentano un tulio indivisibile. Questo aiuta a comprendere le direttive :Htuali della palitica europea e far pre- ,.,.dere quelle possibili del prossimo futuro. Gli Stati Uniti non hanno in Europa passedimenti europei da difendere. Essi entrarono in guerra quando l'insulare sicurezza brit:mnic:1fu gravemente minacciata - come diceva Roosevelt - per la protezione dell'emisfero occidentale. Terminata la guerra guerreggiata, per un certo momento parve che il governo di Washington fosse incline a disinteressarsi delle cose europee. L'America considera le isole britanniche basi avanzale della propria difesa, press'a poco come gli Inglesi. dal 1915 al 1940 e pai oggi ancora, considerano il Reno confine dell'Inghilterra. Il governo di Washington, dunque, avrebbe difeso ad ogni costo l'integrità e l'indipendenza dcll"lnghiherr:i. Ma per questo avrebbe difeso tutti gli interessi britannici in Europa, nel Vicino ,. Pcl Medio Oriente? Se ne poteva dubitare. Gli Stati Uniti non resistevano alla tentazione risorgente e periodica dcll"isobzionismo se non fosse intervenuto il fatto nuovo che abbiamo detto più sopra: !.t ~itt1.azionc cinese. In Cina, mutatis mutandis, l'Unione dei Sovieti accenna,·a a riprell• dcre per proprio conto e per tramite del partito comunista locale la politica che era già stata del Giappone. In Europa quella stessa politica spingeva arditamente l';nAurnza. russa verso l'occidente servendosi degli stessi strumenti ideologici - i partiti comunisti - e persino del fattore religioso. L'ortodossia restaurata frettolosamente dopa una più che ventennale persecuzione tornava ad essere strumento <li regno di un nuovo cesarismo messianico. Estesa b propria inAuenza sulla Polonia, su tutti gli Stati dell'Europa centrale e balcanica, tranne la Grecia e la Turchia, si accingC\'a a dar l'assalto alla Germania. Che cosa significava tutto ciò per la Casa Bianca i nient'altro che questo: sotto altri :,spetti si ripresentav:,no con lineamenti ben definiti quelle medesime prospettive per le quali gli Americani avevano preso parte alla seconda guerra monckde.
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