Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

NOTE DI CRONACA riu,risse a far « liberare» il Patriarca di Costantinopoli, e a far riaprire al culto, dopo più di cinque secoli, la Basilica di Santa Sofia ». Come si vede, viaggio eminentemente politico, come in funzione politica 5Cprallltto si sono delineate in questi anni correnti e movimenti della Chiesa Ortodossa. Rimane da considerare - ed è forse la pagina più triste - la politica russa di fronte al cattolicismo. A prescindere dagli att.1cchi di Radio Mosca contro il Vatic,no, la cui gravità dipende dal carattere ufficiale di quella voce, abbiamo un'abile e complessa serie di movimenti politici della Russia, là dove giunge la sua sfera d'influenza, per annientare il cattolicismo. Politica complessa, dicevamo: infatti essa ha una «souplesse» e capacità di adattamento che la rende anche più temibile e pencolosa. Se nei Paesi Baltici tende ad estirpare ogni forma di vita religiosa del cattolicesimo latino(•), in Polonia, attraverso al tentativo di scisma ruteno nella zona russa ed alla politica antireligiosa della nuova Repubblica. Polacca, ha cercato di ottenere duplice vittoria, sul terreno politico e su quello religioso, su di un popolo tradizionalmente ostile alla politica russa occidentale, nel quale, del resto, il rito c:1ttolico-latino aveva assunto talvolta funzione di ,e cattolicismo politico n: tuttavia il cattolicismo polacco, soprattutto intorno alle persone del Card. Hlond e del Card. Sapieha, mostra una forza di resistenza insospettata. Qualcosa di analogo si osserva in Romania, dove di recente sono state proda~ mate « religioni di Stato» tanto la Ortodossia che il Rito Cattolico Orientale: apparente concessione, quest'ultima, alla Chiesa cattolica, in realtà tentativo di addomesticare il Rito Cattolico Orientale, per facilitare la soppressione del Rito Latino, considerato diretto esponente della Chiesa di Roma. Accanto a questa apparente tollcr:mza è tutta una Politica di Mosca verso Bucarest improntata ad un certo rispetto per le tradizioni: è rimasto in funzione il Re, è rimasto praticamente il Nunzio Apostolico e pur nel lento scivolare della politica rumena verso sinistra, è tollerata la opposizione parlamentare e - dentro certi limiti - quella della stampa. In Ungheria si tende ad una ferma imposizione dei principii comunisti: alle Autorità ci,·ili Mosca h:1 rivolto esplicito invito ad impedire le attività religiose e a restringere l'attività del clero (permessi speciali per le visite pastorali dei vescovi, ccc.): tuttavia non si è potuta impedire la festa tradizionale di S. Stefano, che, anzi, ha assunto quest'anno una: solennit:i speciale, con la presenza, in processione, delle Auto- , ità civili, la protezione delle truppe, bandiere, musiche, ecc. La Cecoslovacchia, che sa di dover gravitare nell'orbita economica e politica di Mosca, tende tuttavia ad affermare una sua indipendenza in altri campi, tra cui quello religioso: così, mentre il senso antiromano è tradizionalmente vivo a Praga, tuttavia i cattolici godono di una certa libertà di movimenti piuttosto rara. in Europa Orientale. Oggi la pagina più grave è quella della Jugoslavia, sulla quale non ci attardiamo; a chi voglia rendersi conto dell'atmosfera in cui si è svolto di recente il processo contro Mons. Stepinac, Arcivescovo cattolico di Zagabria, consigliamo la lettura della documentazione pubblicata dal P. Migliorati in Civiltà Cattoliea, Quad. 2309 (7 settembre 1946) pag. 318 ss., e Quad. 2312(19 ottobre) pag. 105 ss. Tutto sommato, oggi la vita della Chiesa Ortodossa dimostra troppo apertamente il primato del politico sullo spirituale; è evidente che anche le Chiese di Stato protestanti sono piuttosto ostacolate che aiutate da considerazioni di ordine politico; purtroppo anche molti cattolici sono oggi facilmente portati a vedere il fatto religioso (1) Sulla lotta antireligiosa in_Litu:rnia. -:fr. i documenti pubblicati in Ci11i!tà Cattolica, qua• de; no ll.ll4 ckl 19 gl·nnaio 1946. ,..

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