6 NELLO VIAN Fan/ulla della Domenica e la Domenica letteraria, scrisse il 6 febbraio '82, entusiasta: « Caro Sommaruga, stupendo il Luci/ ero » <;>. Dopo l'autunno '82, al suo ritorno dall'Abruzzo, Gabriele d'Annunzio apparve agli amici mutato: diventò elegante e incominciò a frequentare assiduamente palazzi e salotti patrizi, come lo Scarfoglio narrò con indignazione, indiriuandogli anche nel maggio '83, in risposta ai due sonetti Ad soda/es, gli altri suoi quattro Da parte degli amici. Di sangue popolano e, allora, di spiriti quasi giacobini, il Salvadori non lo seguì per questa via. La stagione, anzi, del loro sodalizio pare qui conchiusa, an~hc.: se continuarono gli amichevoli rapporti, attestati dalle note di diario sopra accennate. Il 30 novembre '82, il Salvadori registrava: « Vedo da Aragno Scarf., d' An., Pascarella, Podesti e altri. Dopo pranzo vado a studio di Pascarella ». E il 2 dicembre: ,, Vedo Sommaruga per via de' Coronari; vado con lui in tipografia e da Aragno. Ll trovo d'Annunzio; passeggio un poco con lui e poi trovato Cellini, andiamo tutti e tre a casa sua (di d'An.). Vuole che gli reciti dei versi. lo gli ho recitato il 2° intermezzo, di cui ha detto - bellissimo, meraviglioso! - Crederci. Poi altri. Da due o tre giorni d'An. mi fa la corte. Lo fa forse per dare un po' sul naso a Se I arfoglio] ? » <,>. Con questo scettico giudizio sulla sincerità· del d'Annunzio è da avvicinare quello dato, molti anni più tardi, sulla fervida accoglienza fatta ·dall'lmaginifico a un giovane: « .•. salvo poi, appena voltate le spalle, a non ricordarsi più di lui» <s>. Ancora nel suo Libro di Don Chisciotte, lo Scarfoglio ha lasciato una famosa descrizione di un .altro lieto momento della brigata « bizantina»: una gita in barca a Ostia. Rivive nella colorita pagina quella singolare « compagnia di vogatori e di poeti »: il Carducci che « era ritornato barbaro e maremmano e giovine, e, dritto a poppa con gli occhi lampeggianti di contentezza accennava esclamando altamente»; gli altri, libanti « col vino di Gabriele d'Annunzio al nume del Tevere». La presenza del Salvadori non è accennata, ma probabilmente questa navigazione sul Tevere è la stessa che segnò in lui una profonda impressione morale. Allora, nell'aiutare il Carducci a discendere dalla bilrca, aveva avvertito con sorpresa la strana gracilità del suo braccio, contrastante con l'immagine della forza maschia e virile che egli e tutta quella generazione alimentavano del « forte artiere». Ne aveva sentito un'intima e cupa tristezza, che ha lasciato tracce in una poesia datata dal 2 novembre 1882 (« Ostia Tiberina>>, nei Ricordi dell'umile Italia) e in alcune note personali, tra le più desolate della sua giovinezza. Un disgusto di quello che chiamerà in una lettera dell'84 « mercato americano di gloria e di (3) AKGt:1,0 S0~01:\R.UGA, Cronaca bi:antina, Mondadori, 1941, p. 86. (.f) Oi:uio inedito, 1883. (;) Ricordi comunicati dal dott. Giulio Carcani, Roma.
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