ORIZZONTI DELLF. SCIE'IZE flSICHE ma non le possiede tutte: è da classificarsi a parte da quelle categorie di cui gli antichi pensatori avevano tracciato i confini. E fu palese che il mondo non deve essere descritto in base a quelle idee preconcette che sono inspirate dall'abitudine col mondo sensibile: deve essere accettato come è, quale la esperienza cc lo rivela, anche se la nostra immaginativa limitata non arriva a raffigurarselo. Con questo spirito sereno e indipendente si investigò nel secolo ventesimo sulla costituzione della materia, partendo dai dati sperimentali che erano stati raccolti sui flussi elettronici nel vuoto e sulla radioattività. EINS1EIN insegnò al mondo scientifico una ribellione nuova contro le concezioni basate sulla esperienza volgare, dettando la sua teoria della relatività. E mentre RUTHERFORDinsegnava a conoscere i corpuscoli costituenti della materia, e descriveva la struttura dell'atomo, e realizzava la trasmutazione degli elementi, un altro sommo, MAX PLANCK,gettava il seme di un'altra idea che doveva sconvolgere la filosofi.a fisica assai p:ù profondamente di quanto non avesse fatto la relatività: intendiamo alludere alla fisica quantistica. BNIR, applicando questa fisica allo studio dell'atomo, otteneva un successo inaspettato, perchè arrivava a prevedere per via teorica l'andamento delle righe spettrali, ed EINSTEIN realizzava un'altra conquista, insegnando a concepire quantisticamente le radiazioni, e a identificare i fotoni come granuli di energia raggiante. Per qualche tempo si vide delinearsi un dissidio che sembrava insanabile fra la concezione dell'elettromagnetismo classico che descriveva i frnomeni come retti daìle leggi del continuo, e la quantistica che segnava il dominio del discontinuo; e akuni fenomeni erano spiegabili soltanto con l'antico ordine d'idee, altri col nuovo. Il dissidio fu p_oisanato, come cloveva esserlo, da una scienza più comprensiva, che fu denominata mecrnnica quantistica e che prese tre forme apparentemente diverse, ma cquiv~lcnti; con le matrici di HEISF.NBERGc,on le equazioni ondulatorie di D, BROGLIEe, con gli operatori adoperati da D1R,1c. Ma con questo si entra in regioni sempre più nuove e difficili, che sgomentano il pensiero umano. Le diverse presentazioni della meccanica endulatoria insegnano matematic~mcnte a prevedere i fenomeni, ma non forniscono nessuna immagine virnalizzabile di quel mondo atomico a rni si applicano. Noi eravamo abituati a descrizioni e a raffigurazioni concepibili: nulla più di tutto questo: il mond0 dei fenomeni dementari può essere conosciuto attraverso formolc analitiche a cui non corrisponde alcun modello geometrico. 11 sovvertimento <lella fisica classica è ben più importante e profondo di quello portato rlalla teoria della relatività; e deve preoccupare il filo~ofo, perchè tocca le radici stesse della teoria della conoscenza. Alla meccantca quantistica moderna si è collegato il principio d'in-
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