SALV,\DORI E n'ANNUNZIO non comprovano quella fraterna amicizia, immaginata forse per contrasto morale, che avrebbe legato secondo alcuni i due scrittori giovanissimi. Fervida e gioconda appare tuttavia la consuetudine. In una giocosa ode barbara, intitolata « 12 marzo 1882 » e rievocante un simposio di amici festeggianti in quel giorno il diciannovesimo compleanno di Gabriele, questi ha fermato la lieta scena, che si svolge forse in qualche mescita romana : Accese intorno le faccic ridono come ca.rote sbucciate ... Raccolti intorno al tavolo sono, con il poeta, ,, Scarfoglietto », due triestini, il « barbuto » Salomone Morpurgo e il « roseo » Albino Zenatti (Guglielmo Oberdan, anch'egli studente all'università romana in quegli anni, non vi compare con la dolorosa ombra). Toscanamente conoscitore e sapido amatore di vini, il Salvadori, dall'arguta barbetta, mesce e sembra provare, come ha fatto in una recente lettera scritta niente meno che al Carducci, i nuovi metri: Ma no: fra 'I gaio tinnir dc' calici le procellose ali non battano le alcaiche strofe; a le nere bottiglie attorcansi flessuose come fiorenti ram":'tted'edera, o vcr per l'aria come turaccioli prorompano ... O buon Salvadori mi conti i dattili su le dita tu che sorridi e la germanica barbetta muovi ? Mescimi il Massico ch'io beva, ch'io beva, ch'io beva! Viva la Cronaca Bizantina. (,) Ma non solo così si raccoglievano gli amici. Nei famosi salotti della Bizanti11a conveniva ogni giorno, come ha narrato di recente il suo editore, la « pleiade giovanetta» (il termine è del d'Annunzio, in suoi ricorcli del tempo), che formava quasi la redazione romana del periodico. Con piacere, il Carducci, irsuto e salvatico con gli altri, si intratteneva a conversare qui con essi. Nel suo diario, il ro gennaio '82, si legge: « A desinare col Sommaruga - Conobbi il d'Annunzio»; e in quelli stessi giorni, se non prima, si può credere abbia incontrato per la prima volta anche il Salvadori. Si divertiva ai loro scherzi letterari, e quando, dal lavoro fatto in una notte da Scarfoglio, d'Annunzio, Salvadori, Ugo Fleres e Cesario Testa, uscì in luce un famoso numero unico, dal titolo rapisardiano, nel quale si parodiavano due periodici letterari avversi, il (2) G. Sn:.:rn.... RD0 1 Dannun::.iaua, in Nuova Antologia, 1u luglio 1939, p. 116.
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