Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

62 AMINTORE FANFANI Ci si propose fini sostanzialmente democratici, senza sospettare che essi avessero una garanzia nelle forme democratiche. E non utilizzando questa garanzia, si finì per non raggiungere i fini sostanzialmente democratici, specie quando i reggitori non ebbero più scrupolo di rispettare il Vangelo. Proprio l'esperienza di quei secoli, durante i quali in sostanza il bene comune fu affidato alla buona volontà o alla virtù dei principi, riuscì a dimostrare -. senza proposito e voglia - che non bastavano le buone intenzioni di uno o di pochi a realizzare permanentemente una società capace di agevolare in ogni caso il pieno sviluppo della pcrsonalit/1 di ogni consociato. Questo ragionamento vale anche, in parte, se ci riferiamo alle esperienze delle così dette democrazie comunali. Rientrano anch'esse nella categoria del governo di pochi, il cui funzionamento sostanzialmente democratico dipendeva più dalla buona volontà e dal retto orientamento cristiano dei dirigenti, che dal controllo e dalla partecipazione al governo di tutti quanti i consociati. Sia i comuni, che le monarchie, fino al XVIII secolo potettero di tanto in tanto apparire come strumenti adeguati al bene comune in tanto in quanto i dirigenti occasionali furono fortunatamente imbevuti di un alto senso della loro missione sociale. Ncn può del resto dimenticarsi qual parte giocasse nel rattenere i principi e, i governanti dal precipitare verso la tirannia, la presenza ammonitrice della Chiesa e la forza della predicazione cristiana, divulgante anche tra le vittime la dottrina della missione sociale dei governanti. 3. L'epoca dell'indiuidualismo. - Alla prima successe una seconda epoca comprensiva dei secoli XVIII e XIX, durante la quale si intravvide l'errore commesso nei secoli antecedenti trascurando la forza della garànzia del coptrollo del pubblico sul governo per il raggiungimento di vere finalità democratiche. Chi fece la scoperta giunse a richiedere una società che adottasse dette garanzie. Si desiderò insomma un governo di molti, come strumento necessario per conseguire il bene di tutti. La storia dei secoli anteriori aveva dimostrato che non era possibile a lungo perseguire e raggiungere il bene comune prescindendo da un governo controllato da tutti. Si voleva rimediare all'errore realizzando il bene comune con la garanzia del governo di tutti. Alla sostanza della democrazia si voleva arrivare col rispetto delle forme democratiche. Cosl si prendeva una nuova ottima via. Ma disgraziatamente una convinzione individualistica porta questa deformazione: a dimenticare cioè che la missione communitaria della persona doveva risultare da una persistente attività volontaria di ciascun individuo consapevole. Si ritenne invece che spontanea-

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