Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

CARA1TERI DI UN'ANTICA DEMOCRAZIA 57 c1z10di quel potere esecutivo o di governo che rischiava altrimenti di disgregarsi di mano in mano che si moltiplicavano le magistrature. Finalmente altra pecularietà <ld regime ateniese, pur essa aspramente criticata dagli avversari della democrazia, fu, come già più volte si è accennato in questo articolo, l'amplissima estensione data nel campo civile e nel campo criminale alla giuria popolare. Anche qui il confronto non diremo con le tirannidi, ma con quelli che Esiodo chiamava « i giudizi storti >> delle aristocrazie mostra che la valutazione severa fatta da qualche antico e da qualche moderno intorno ai tribunali popolari ateniesi va onestamente riveduta"'. Certo le cìassi abbienti non amavano sobbarcarsi ad un ufficio di giurati che vecchi contadini cd operai senza impiego cercavano con ardore, e tutti ricordano la critica che di questa mania giudiziaria dei popolani ateniesi ha fatto Aristofane nelle Vespe. Jn verità per l'assenteismo dei ricchi e dei borghesi la giustizia dei cosiddetti eliasti di Atene è stata una giustizia di cla~se, cd è presumibile che nobili o ricchi qualche volta, specie quando le ristrettezze · finanziarie dello Stato erano gravi, ne abbiano sofferto. Ma nel tutto insieme l'attenta lettura degli storici e degli oratori non dà l'impressione che le ingiustizie sofferte dagli abbienti nei tribunali democratici si accostassero anche di lontano alle violenze ed alle confische di cui abbiamo sicura notizia per l'età classica a proposito dei governi d'uno o di pochi sia altrove sia anche in Atene. Al qual proposito è caratteristico il riconoscimento che· fa il non democratico Aristotele, parlando appunto intorno a cose ateniesi, della « consueta mitezza del demo», e quello che fa il reazionario Senofonte circa la fede tenuta dal popolo ateniese all'amnistia giurata dopo il terribile esperimento della ferocia oligarchica sotto il governo dei cosiddetti trenta tiranni. Una parola ancora sull'ostracismo che viene generalmente riguardato come uno degli abusi più gravi della repubblica ateniese. Qui bisogna prima di tutto evitare le esagerazioni; l'ostracismo, cioè il voto con cui l'assemblea popolare poteva condannare ali 'esilio per dieci anni anche senza alcuna accusa specifica di reato il cittadino che per qualsiasi ragione si ritenesse pericoloso alla repubblica, non fu punto un 'istituzione essenziale della democrazia ateniese. Esso non rimase in vigore che per un periodo di circa settanta anni (487-417 a. C.) e non fu effettivamente adoperato. se non al più una dozzina di volte. L'ostracismo non va neppure lont:inamente paragonato ai provvedimenti draconiani che gli Stati autoritari, e qualche volta anche le repubbliche, prendono contro i Cll· e>) Su ciò ho avuto occ:i!)ioni.:di diM"orrcrc pili !:irgamcntc :iltrovc1 pa es., ndla mia Storia della Repubblica ateniese, 2a cd, p. -1-18 scgg. Della immensa bibliogr:1fia non citcr{) che fo scritto piì1 rcccnLc, il volume dtl compianto G. ?vf. CA1.11ou:,,: lntroducrio11 to Gretk Legai Science (Oxford, I~~ .

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