Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

54 GAETANO DE SANCTIS notevolissima misura quanto più l'industria e il commercio richiesero mano d'opera a buon mercato. Forse già nel V ?ecolo, certo nel IV, essa superò per numero la popolazione cittadina: era questo un inconveniente comune a tutto il mondo antico, ciel quale il mondo moderno si è venuto lentamente liberando sotto l'inAusso del principio cristiano. Ma non ostante la giustamente vantata mitezza e generosità d'animo degli Ateniesi che non si smentiva neppure nel trattamento degli schiavi, questo inconveniente fu più sensibile e la barriera tra le classi fu più rigida ad Atene che non altrove in Grecia e specialmente in Roma. In Roma la manumissione introduceva lo schiavo nella cittadinanza e, se anche il liberto rimaneva personalmente in condizione di inferiorità quanto alla pienezza dei diritti cittadini, tale inferiorità scompariva dopo una o al più due generazioni. Di ciò appunto i Greci facevano le grandi meraviglie e immaginavano che una così notevole liberalità si dovesse al proposito di arricchire di nuove forze la cittadinanza, e spiegavano in tal modo l'incremento demografico di Roma così meraviglioso ai loro occhi nel confronto con la stabilità o magari la diminuzione progressiva nell'età classica della popolazione cittadina di Atene o di Sparta. In realtà la ragione di questo diverso comportamento di fronte agli schiavi non stava in un proposito deliberato di aumentare il numero dei cittadini, e molto meno in una maggiore generosità a fronte degli schiavi: gli ergastoli e i ludi gladiatorì dei Romani sono su questo punto istruttivi. Ma la ragione è invece che la massa popolare e particolarmente il proletariato contava poco o nulla in Roma e aveva una parte minima nel governo dello Stato, mentre nelle repubbliche greche, e particolarmente là dove il proletariato cittadino godeva di più larghi diritti e si sentiva maggiormente partecipe della sovranità popolare, esso respingeva con tenacia gli intrusi che avrebbero· condiviso con lui diritti, tradizioni, onori. E perciò nonostante la mitezza, aspramente biasimata dai più severi oligarchici, del trattamento che in Atene si usava verso gli schiavi, mai i liberti furono ivi in grado di acquistare quella preponderanza che invece essi acquistarono nella rigida cd aristocratica Roma. Più gravi ancora che verso l'interno furono le barriere opposte dagli Ateniesi ad ogni penetrazione esterna nella loro cittadinanza; e cioè l'affetto verso la città che la democrazia, affratellando tutti i cittadini nono• stante le differenze di classe, rese più vivo e intenso, contribuì ad impedire::che lo Stato-città, il quale fu in Grecia come nell'Italia. occidentale il punto di partenza dello sviluppo politico, riuscisse a superare stabilmente se stesso preparando quello Stato-nazione che solo avrebbe potuto s:ilvare il popolo greco dai gravi pericoli incombenti su cli esso dall'estero. Siffatti, nel tutt'insieme, i lineamenti essenziali della democrazia ate-

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