52 GAETANO DE SANCTIS riformate che esse fossero secondo siffatta procedura, nessuna deliberazione poteva dal popolo essere presa che vi contrastasse sia formalmente sia sostanzialmente, e contro ognuna di tali deliberazioni aveva facoltà d'intervenire in ogni momento qualsiasi cittadino mediante la graplu: parrrnomon che sospendeva ìa ratifica de!la proposta incriminata e comminava ai violatori della legge pene gravissime. S'intende che doveva altresì provvedersi affinchè la graplze paranomon non divenisse, in mano degli oppositori, un'arma diretta ad impedire al popolo il libero esercizio del potere deliberativo, e ciò si raggiunse comminando anche gravi pc1w a chi si fosse valso con troppa leggerezza di quella graphe che fu considerata d'altronde il vero palladio della vigente democrazia. Come si vede, la democrazia ateniese aveva piena consapevolezza di quella interdipendenza fra libertà e legalità di cui forse non sempre hanno consapevolezza piena gli odierni sostenitori della democrazia, perchè è chiaro che libertà non esiste dove al cittadino non è guarentita la "libera espansione della personalità propria entro i limiti fissati dalle leggi che la c0!- kttività dei cittadini ha sancite<,>. Mentre si pensava di evitare così i pericoli più gravi ciel governo popolare diretto, si evitavano anche in gran parte quelli degli attuali governi rappresentativi: in essi di regola il popolo non si convoca che a grandi intervalli per le elezioni dei deputati o anche di presidenti di repubblica e mai o quasi mai per la definitiva approvazione di leggi anche se di importanza capitale per la vita dello Stato. Ciò genera normalmente, come tutti vedono, un certo disinteresse e distacco del cittadino singolo dalla vita pubblica, laddove non è dubbio che il cittadino ateniese e quelli in generale delle democrazie greche sentivano perennemente la responsabilità e l'onore della sovranità che ciascuno di essi esercitava pro virili parte nello Stato. Ciò rendeva la vita politica più intensa e nello stesso tempo, senza bisogno di coazione esteriore, stringendo più efficacemente: i cittadini tra _sè e con lo Stato, tendeva a formare della cittadinanza una comunità (koi11on) strettamente solidale nella prospera e nell'avversa fortuna. Lo Stato e il Governo n0n erano di fronte al cittadino qualcosa di astratto, di lontano, le cui deliberazioni possano essere considerate estranee e quasi nemiche; erano essi stessi lo Stato, quelli che nell'assemblea popolare si trovavano, discutevano, votavano. Per questo rispetto la polis democratica costituiva di fatto come una grande fa. miglia e, poichè la religione dello Stato, con le sue particolari forme di culto, era senza discussione la religione di tutti i cittadini, questa famiglia aveva anche un vincolo morale che col vincolo politico si consertava e <~> Intorno J ciò .~i veda il )Jg:giodì U. ;\i1coi,1:--1 Legalit,ì ,. demoaa-;.i11 nella lr,uli-:i<me storica italiana che s:irà pubblicato in un pro)~Ìmo fa)ciculo dcll:i Ri\·i~t:1.
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