Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

GAETANO DE SANCTIS l'antichità asseriscono; esso ha avuto larga applicazione nelk federazioni di Stati, a cominciare dalla lega pcloponnesiaca che si costituì attorno a Sparta nel la seconda metà del secolo VI a. C. e dalla lega deli_o-attica che si costituì dopo le guerre persiane sotto l'egemonia ateniese. Più tardi esso fu applicato nella lega corinzia che, fondata da Filippo II di Macedonia, partecipò alla impresa vittoriosa di Alessandro Magno contro la Persia e nella grande symmachia ellenica che, fondata da Antigono Dosone, rappresentò il massimo sforzo dei Greci antichi per !a loro unità nazionale e prima di potersi consolidare si sgretolò sotto i colpi dei Romani durante la seconda guerra macedonica. È invece materia di discussione se e quanto il principio rappresentativo vigesse negli Stati federali come la lega beotica e in particolare quella lega achea che fu il massimo tra gli Stati federali dell'antica Grecia. Ma negli stessi Stati-città democraticamente ordinati, come appunto la repubblica ateniese, il principio rappresentativo, sebbene non avesse importanza fondamentale, non rimase tuttavia ignoto cd inoperante. Lo Stato ateniese era diviso in piccoli distretti territoriali, i demi; che sarebbe inesatto chiamare comuDi per la scarsezza in essi di quelle locali autonomie che costituiscono negli Stati moderni l'essenza della vita comunale, autonomie le quali procedono geneticamente da quelle dei Comuni medioevali e attraverso ad esse da quelle dei municipi dell'Impero romano. Ora dai cittadini ateniesi isnitti nei singoli demi si traevano per sorteggio in numero proporzionale alla popolazione civica dei dcmi stessi i membri della buie o consiglio dei Cinquecento la quale aveva negli ordinamenti democratici di Atene una parte di non lieve importanza. Non poteva infatti sfuggire agli occhi degli Ateniesi, e in particolare di quelli fra essi che primi con piena consapevolezza organizzarono quella democrazia, il difetto e pericolo principale d'ogni governo immediato e diretto per parte della totalità dèlla popolazione cittadina. Conveniva cioè impedire ad ogni costo la possibilità di deliberazioni avventate cui il popolo si lasciasse trascinare sotto l'impeto di quelle passioni alle quali ·è facile soggiaccia una folla; bisognava impedire che la democrazia si trasformasse in oclocrazia, ossia ia sovranità della cittadinanza in tirannia della turba. A questo pericolo si ovviava soprattutto in due modi,- l'uno consistente appunto nella perenne presenza e attività nello Stato del Consiglio, l'altra nella difesa della legalità per mezzo della cosiddetta graphe para11omo11. La buie aveva estesi poteri e prima di tutt_o quello che nulla era ammesso alla discussione nell'assemblea popolare se non dopo un preliminare esame fatto dai buleuti e conchiusosi con una relativa proposta (probuleuma) che doveva essere messa all'ordine del giorno dell'assemblea. Inoltre la buie era incaricata di concertare, insieme coi magistrati .e particolarmente con gli strateghi, cioè qu.:i

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