Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

IUS EST .~RS BONI ET AEQUI 35 Al fine di stringere in breve il nostro compito diremo subito, che quella concezione degli Umanisti rispetto alla immutabilità del diritto in tutti i periodi òella vita di Roma è una grande eresia storica, la quale è scusabilein quegli interpreti che ebbero cognizioni storiche frammentarie e superficiali, ma è enorme per giuristi del secolo XX allevati alla scuolastorica. li Savigny enunciò appunto la dottrina dell'evoluzione del diritto in base alla esperienza romana, rivelata e messa in grande luce dalla ricchezza delle fonti giuridiche, che è senza confronti nella storia di tutti i popoli. L'idea della immobilità del diritto poteva essere affermata soltanto dall:t scuola del diritto naturale. Noi ritorneremo più oltre sulla opinione del Savigny rispetto al nostro argomento, nella conclusione del presentescritto. Veniamo per ora alla dimostrazione del nostro assunto. • • • La vittoria su Cartagine diede a Roma l'egemonia nel Mediterraneo ed esercitò, come ormai è arcinoto, un grande inAusso su tutti i campi della vita pubblica e privata in Roma e li trasformò radicalmente. Sovvertite furono anzitutto le basi dell'economia, essendo Roma divenuta il centro commerciale del mondo antico; mentre nella vita dello spirito si maturarono profonde trasformazioni, mediante il gmnde Ausso della cultura e della progredita e raffinata civiltà greco-orientale. È questo un luogo comune nella letteratura romana della fine della Repubblica su cui qui non occorre fermarci. Fino ab antico inoltre erano penetrate in Roma istituzioni giuridiche straniere ed è ovvio che nel periodo di cui ci occupiamo quella penetrazione divenne più intensa. La constatazione è fatta da Cesare, è ripetuta da Cicerone, il quale soggiunge che Roma seppe sempre rendere migliori gli istituti giuridici provenienti da paesi stranieri. Ciò è incontestabile, perchè solo Roma possiede l'arte e la tecnica e sopratutto la spiccata vocazione per il diritto da tutti riconosciuta. L'inAussoellenico rispetto al diritto bisogna intenderlo nd senso che Roma seppe trarre dalla cultura ellenica, e cioè dalla filosofia, dalla rettorica, dalla dialettica, gli clementi e i mezzi per la costruzione scientifica di quella materia. li diritto rimase sulle prime quel che era, ma il rinnovamento seguirà ben presto e sarà tutta opera romana, un effetto immediato delle mutate condizioni della vita economica, sociale e spiriwale, della nuova coscienza del popolo, dei vasti orizzonti che si sono aperti all:i mente delle nuove generazioni, che spaziano ormai al di là del mare e .-,1ardano con fede l'avvenire dell'immenso impero. "Così avviene che in questo momento che consideriamo, fine del V! e principio del Vll secolo ab urbe, il diritto nazionale romano, i! diritto dei Quiriti, si va dissolvendo a grado a grado insieme :il

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==