j.\CQUES MARIT,\IN suo grande errore filosofico, se è vero che la politica dipende dal prakticon (agire) e non dal poietikon (fare) e che essa è per essenza un ramo - il principale secondo Aristotele - dell'Etica. La politica è distinta dall'etica individuale come un ramo si distingue dall'altro su uno stesso albero; è una parte speciale e specifica dell'etica, e comporta una parte enorme di arte e di tecnica, perchè la parte degli clementi fisici da conoscere cd utilizzare, delle forze e delle resistenze da calcolare, la parte del « fare " o dell'opera da eseguire e conseguire, quella dell'intelligenza inventiva e dell'immaginazione creatrice, sono molto più grandi e più importanti nell'etica politica che nell'etica individuale o anche familiare. Ma tutta questa quantità di arte e di tecnica è organicamente, vitalmente ed intrinsecamente subordinata alle energie etiche che costituiscono la politica; in essa, in altri termini, l'arte non è affatto autonoma ma si trova incorporata all'etica, avviluppata e assunta da essa come nel nostro corpo le attività fisico-chimiche sono integrate nella nostra sostanza vivente e potenziate dalle nostre energie vitali. Quando queste attività puramente fisico-chimiche sono liberate e divengono autonome, non c'è più un organismo vivo ma un cadavere. Così la politica puramente artistica, liberata dall'etica - cioè liberata dalla conoscenza pratica dell'uomo e dalla scienza degli atti umani, dalle finalità umane e dall'agire veramente umano non è più .che un cadavere di saggezza e di prudenza politica. In verità il genio specifico di Machiavelli è stato di isolare il pit1 perfettamente possibile, dalla sostanza etica della politica tutto il contenuto d'arte trasportato da quest'ultima. La sua posizione è quella di uno spirito artistico isolato che contempla dal di fuori la vasta materia delle cose umane, con tutto il peso etico e con tutto l'intrico di bene e di male che esse comportano, ed insegna al suo allievo a conquistare e a mantenere il potere maneggiando questa materia come lo scultore lavora l'argilla o il marmo. L'etica è presente qui, senza dubbio, ma nella materia da foggiare e dominare. Si spiega così perchè il Principe e i Discorsi siano ricchi di osservazioni esatte e qualche volta di precetti veritieri, ma che sono percepiti e situati in una luce falsa e in una prospettiva rovesciata o pervertita. Perchè Machiavelli si serve del bene come del male, ed è pronto a trionfare per mezzo della virtù come del vizio. Il concetto specifico di virtù, di questa forza brillante, equilibrata ed abile insieme che era al centro della morale del suo tempo, come una trasposizione estetica ed artistica del concetto artistotelico di virtù, è sempre presente nella sua opera <3i. Egli sa che nessun successo politico è dura- {8) Secondo un·osscrv:1zio1a· molto giust:1 di Friedrich Mcincckc, i due concetti di Jortwltl (.: di nucssittl completano l:i triloiia delle idee-madri cli Machiavelli. Virtù, /ortmw. necessità. Cfr. F. ME1:-;ECKt., Dic Idee dcr Staaliriison, Mlincltl·n und Bcrlin, 1924. cap. I.
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