SALVAOORI E D'ANNUNZIO messaggio ricordante, ahimè, i capelli di Lucrezia Borgia, citò il duro detto paolino sull'uomo animale che più non intende le cose dello spirito di Dio. Lo stimolo che urgeva il Salvadori, in quell'ultimo tempo, di « rendere testimonianza alla Verità», secondo l'espressione giovannea che allora amava ripetere, lo indusse a deplorare con energia la intrapresa edizione nazionale delle Opem om11iadi Gabriele d'Annunzio. Lo fece scrivrndo privatamente a Pietro Fedele, ministro della pubblica istruzione e a un tempo presidente del consiglio di amministrazione dell'istituto editoriale, col quale era in rapporti di amicizia, in occasione di una « conversazione» che, come esaminatore alla licenza liceale di quel! 'anno, avrebbe tenuto sullo svolgimento dato dai giovani al tema assegnato: san Francesco d'Assisi <• 9>. « Parlando dei varì modi e delle luci differenti nei quali dai giovani si considera s. Francesco, non si può, da chi sente verso gli alunni a noi affidati il dovere della verità, tacere sul modo dannunziano, non manifrHarne la falsità. Non si può omettere di dire, e sia pure velatamente come si conviene ai giovani, che quella adorazione di sè, e quella impudicizia demoniaca, sono una peste orribile diffusa da quell'uomo e dai suoi pari e seguaci che produce piaghe fetide e intime deformazioni e corruzioni tanto più celate quanto più profonde; e così si guastano le generazioni e si tradisce la patria. Or come dire questo apertamente, dopo la glorificazione fatta dello scrittore niente meno che con l'edizione nazionale delle sue opere - onore che è stato dato solo a Dante e a Galileo?»<,•'. Aggiungeva in altra allo stesso, che aveva recentemente dettato una circolare sul contegno delle insegnanti: " ... Ma come si può raccomandare la modestia alle giovani insegnanti nelle scuole, come si provvede all'educazione civile e virile dei giovani, alla difesa della patria, con esempi di corruzione, con lenocini d'un'arte meretricia, d'una depravazione ignominiosa, d'un'impudenza e crudeltà che calpesta la donna dopo averla avvilita, come quelli che offre nei suoi volumi d'Annunzio, se questi vengono alla luce col sigillo dello Stato come prezioso patrimonio nazionale ? Vorrei vi fosse modo d'impedire il già fatto; ma come ? » u•>. La difesa dei giovani dalla corruzione dell'arte Dannunziana ha fatto scrivere al Salvadori quelle durissime condanne; ma il sentimento verso la persona, anzi l'anima di lui, non mutò fino all'ultimo. Egli, che fino dalla prima giovinezza a·veva stimato « giusto ma severo » il ritratto del (29) Riprodot1:1 nd volume Lei/ere aperte, cit., pp. 2,6~39. (30) D:1minut:1 di kttcr:1. prob:1bilmentcnon ~pcdit 1, :, Pietro F(xlck. ~. d. I 1,p6j (innlita). (J•l D:i. minuta di kttcr:1 ,1 P. Fcdl'k, 30 giugno 1!)27 (inc<lit:1).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==