Quaderni di Roma - anno I - n. 1 - gennaio 1947

SALVADOR! E D'ANNUNZIO nel Salvadori, da diversa fonte e traspariscono di altra sincerità. Nel messaggio mandato al rifugio di Arcachon era invocato, inoltre, l'interessamento <lei poeta al successo di un artista: occasione forse della lettera, seconda di quelle rintracciate (e che si trova, significativamente, come le altre, tra i non copiosi avanzi dei carteggi Dannunziani anteriori al tempo del ritiro sul Garda). Roma, 20 Ottobre 91 1 Caro Gabriele Ho scntiro con gioia l'accento, in te non nuovo ma nuovamente sentito, della tua Canzone d'oltremare. Tu sai che altro io non ho desiderato per te che sentirti uomo e poeta virile, e che da te poeta non è aspettato se non il verso che solleva e che co11sola. E' giunta l'ora ? Il primo di giugno pubblicai sulla Nuova A1110/ogi11 una lettera in versi, che già t'avevo mandato privatamente dopo il Poema Pa,·adisiaco. Prima d'ora non ho saputo dove indirizzartela così stamp:Ha. Perdonami se non te ne chiesi prima licenza, ma sapevo che quelle parole a te non erano spiaciute, e il tempo mi mancò. E veramente ho fiducia che una parola del cuore d'un antico amico, anche in questa forma non ti riesca sgradita. Permettimi ti dica una parola anche per un nostro artista, Norberto Pazzini, paesista di forma eletta e di sentimento ingenuo cd intenso; che ultimamente da M. Henri Breuil ha ricevuto per l'Union int~mationale des « Beaux Arts et des Lettres » di /aire u11e11voida11s le méme esprit que le !vfysrère de Tivoli, (quadro da lui presentato altra volta) d'u11 si beau caractère. So che il tuo nome è il primo nel Comitato d'onore di quella Unione. Per questo oso rivolgerti una preghiera a favore di questo gentile artista padre di famiglia onestamente povero, se tu potessi agevolare la vendita ùi qualche suo quadro per una collezione privata o per un negozio. Perdonami, ripeto; ma credo di non essermi ingannato pensando al luo cuore. Il tuo sempre memore GIULIO S.-.LVAOOlU Circo Agonale, 14 Ma dalla grande guerra egli sperò soprattutto la rinascita del poeta the si era fatto soldato, dopo avere sinceramente ammirato la sua generosa partecipazione a imprese ardite e rischiose. In un'altra lettera, scritta nel triste autunno del '17 e mostrata a un amico, si rallegrava con il combattente del suo amore di patria e della sua condotta al fronte. Gli clichiarava che la guerra era una purificazione e che oramai occorreva dare agli altri esempio di fortezza e di rinunzia. Con tono affettuoso e ingenuo, gli chiedeva in fine perdono di avergli dato una volta un libro infame di Théophilc Gautier, che desiderava fosse a lui reso o distrutto<••>. L'ultima lettera, di cui è stato felicemente rintracciato il testo, venne (26) Lucul\O GESNAlll, G. S. un poèu de l'/mmilité, nel suo volume L'ltalie qui vieni, P,uis, Tallandicr [1929], pp. 40•41. U contenuto della lettera, non ritrovata nd1 testo, è riferito lttter:1lmcn1e da questa testimonianza. ·

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